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Nel giorno dell’elezione di Antonio Tajani presidente di Forza Italia dopo la morte di Berlusconi, per il partito sul fronte economico le notizie non sono delle migliori. Sebbene infatti i conti in rosso siano migliorati leggermente e segnino un un avanzo di 1 milione 323mila euro, secondo l’ultimo bilancio, chiuso al 31 dicembre scorso (quando il Cavaliere era ancora in vita), il principale creditore del partito, e di fatto l’unico proprietario, resta la famiglia Berlusconi. L’ex fondatore del partito, infatti, negli ultimi anni ha salvato le finanze della sua creatura politica sostenendolo con oltre 90 milioni di euro.
I debiti
Il “totale dei debiti”, si legge nel verbale visionato dall’Adnkronos della riunione del comitato di presidenza tenutasi il 13 giugno scorso a Roma (all’indomani della morte del leader azzurro), “è pari a 98mila 472,791 euro” e “l’importo più significativo compreso in quest’ultima voce” è rappresentato, come nei precedenti esercizi, dai cosiddetti ‘debiti verso altri finanziatori’ per 90 milioni 433mila 600 euro: questa cifra costituisce il debito verso Berlusconi, “che avendo provveduto a saldare in qualità di fideiussore i precedenti debiti esistenti nei confronti delle banche, che avevano concesso un affidamento al nostro Movimento, è subentrato nella posizione di creditore”.
In particolare, sono pari a zero gli interessi passivi maturati sui debiti verso l’ex premier: “Sulla quota capitale versata, a seguito di espressa rinuncia, non verranno più annualmente calcolati gli interessi calcolati al tasso legale vigente”, si legge sempre nel documento.
Il sostegno economico di Paolo Berlusconi
Ma tra i finanziatori del partito c’è anche Paolo Berlusconi, fratello del Cavaliere che più volte ha rimpinguato le casse degli azzurri. Nella voce “Garanzie (pegni, ipoteche) a/da terzi” figura infatti un ammontare di 7 milioni relativo a garanzie, rilasciate in precedenti esercizi, per 3 milioni dal presidente Silvio Berlusconi e per 4 milioni da Paolo Berlusconi “a fronte degli affidamenti concessi da un istituto bancario” al partito, viene spiegato nella nota integrativa che accompagna il rendiconto. Carte alle mano, i debiti verso le banche ammontano a 5 milioni 642mila 669 euro, in aumento di 334mila 162 euro rispetto al precedente esercizio.
I morosi
Ma dai dati del bilancio relativo all’anno 2022 emerge anche che in FI molti eletti non hanno fatto i versamenti dovuti. Morosi, insomma. “A mantenere la sofferente situazione finanziaria” del partito “ha concorso l’insufficiente afflusso della generalità delle contribuzioni e delle quote associative rispetto a quanto atteso”, scrive nella sua relazione l’ex tesoriere Alfredo Messina, oggi membro del comitato di presidenza di FI, secondo il quale “la riduzione dei parlamentari eletti, nonché la discontinuità dei versamenti provenienti da essi e dai consiglieri regionali rappresentano la causa primaria del risultato negativo della gestione caratteristica”.
Nel bilancio, visionato dall’Adnkronos, gli azzurri registrano un “decremento dell’afflusso delle quote associative” di circa il 30% in confronto all’esercizio scorso, mentre “la raccolta delle contribuzioni risulta più che raddoppiata in rapporto all’anno 2021”. Raccolta, si legge nella relazione, proveniente soprattutto da terzi sostenitori che hanno supportato il Movimento nelle campagne elettorali sostenute nel 2022”. Nel dettaglio le quote associative sono state di un importo pari a 251.658 euro, cioè112.337 euro in meno rispetto al precedente esercizio (pari a 363.995 euro).
Il costo dell’affitto della sede in centro a Roma
Nel 2022 l’affitto della sede nazionale di Forza Italia in via in Lucina (nel centro di Roma) è costata 132mila euro. Nello stesso anno il partito fondato da Berlusconi ha registrato nel complesso oneri per 4 milioni 787.493 euro, in aumento del 59% rispetto al 2021. Nel dettaglio, dal bilancio di FI risulta che i costi per i servizi sono pari ad 785.139 euro, in linea con quelli sostenuti lo scorso anno.