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Arriva lo stop per la Ocean Viking, la nave della ong Sos Mediterranee impegnata nella ricerca e nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo centrale che solo pochi giorni è stata attaccata da colpi di mitra parte della Guardia costiera libica. L’imbarcazione umanitaria è stata posta in stato di fermo amministrativo nel porto di Civitavecchia. Nella giornata di martedì, la nave della Ong francese aveva sbarcato 57 migranti nel porto laziale, salvo poi scoprire nelle ore successive l’impossibilità di mollare nuovamente gli ormeggi. Dalla Ong non si dicono preoccupati: “Stiamo lavorando con le parti interessate per revocare il fermo il prima possibile”.
Il racconto
“Mitragliati dai libici”. Il fuoco amico sulla Ong dalla motovedetta regalata dall’Italia
di Alessandra Ziniti
I motivi del fermo amministrativo
La Guardia Costiera afferma che il fermo è scattato per “irregolarità relative alla sicurezza della navigazione, riscontrate a seguito di attività di verifica a bordo svolta dagli ispettori specializzati”. In particolare parte dell’equipaggio “non possedeva le abilitazioni necessarie per la gestione dei mezzi di salvataggio presenti a bordo”. Abilitazioni che “sono indispensabili per affrontare un’eventuale situazione emergenziale come l’abbandono della nave”.
Non è la prima volta
Lo scorso novembre la Ocean Viking aveva causato frizioni tra Italia e Francia, dopo il mancato via libera ad attraccare nel porto di Catania e il successivo sbarco al porto di Marsiglia. Per la nave non si tratta del primo fermo in Italia, nel gennaio 2022 infatti la Ocean Viking venne fermata al porto di Trapani dopo un’ispezione lunga 11 ore da parte della Guardia costiera a causa di problemi strutturali che vennero rilevati nella parte di poppa della nave. Allora l’ispezione evidenziò “diverse irregolarità di natura tecnica, tali da compromettere la sicurezza degli equipaggi e delle persone recuperate a bordo nel corso del servizio di assistenza svolto”. Le “deficienze” riscontrate un anno e mezzo fa, erano simili ad altre “già rilevate in pregresse ispezioni”, che ora come allora hanno evidenziato “un carente sistema di gestione della sicurezza a bordo”.