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ROMA — La riforma del Codice della strada ha colto tutti di sorpresa. Scoccata la mezzanotte di ieri, giorno dell’entrata in vigore della legge, le nuove disposizioni hanno iniziato presto a colpire i primi automobilisti distratti dal cellulare, quelli che si erano messi al volante dopo aver bevuto un bicchiere di troppo, i conducenti dei monopattini privi di casco. L’ondata di sanzioni ha unito l’Italia da Nord a Sud per tutta la giornata, dopo la decisione di diversi comandi delle polizie locali di intensificare i controlli. Alcuni tra i fermati hanno tentato di evitare le punizioni giurando di non conoscere le regole, altri, alla vista degli agenti, hanno cercato di disfarsi del cellulare, qualcuno ha gridato all’ingiustizia.
«Con più di tremila morti all’anno bisogna essere rigorosi» è la risposta di Salvini a chi gli fa notare la severità della riforma: «L’obiettivo non è fare multe, ma educare», garantisce. E tanti hanno imparato la norma a proprie spese. «Da subito, però, ci siamo impegnati per fare informazione — assicura Luigi Altamura, comandante a Verona e componente del tavolo di coordinamento delle polizie locali dell’Anci — In tanti chiedono delucidazioni».
Sul monopattino senza casco
Stando ai primi bilanci, ad accusare il cambio di rotta sono stati più di tutti i conducenti dei monopattini elettrici. Assicurazione Rc e targa, di fatto un contrassegno adesivo, non possono essere ancora contestati perché mancano i decreti attuativi. Ma per il casco è tutta un’altra storia: se prima era previsto solo per i minorenni, da ieri il nuovo Codice lo impone a tutti. Tra le strade del centro di Palermo, però, a indossarlo era appena il 5%, tanto che le multe, con sanzioni fino a 250 euro, hanno presto superato la decina. Anche a Firenze sono bastate poche ore perché arrivassero le prime sei contravvenzioni, altre tre a Prato, e le zone più frequentate di Bari, davanti al teatro Petruzzelli o nel quartiere Madonnella, sono state scenario dei primi verbali. Soprattutto verso chi aveva optato per lo sharing, «perché dotare ogni mezzo di un casco è impossibile, non c’è un sellino — ribadisce Andrea Giaretta, vicepresidente di Assosharing — Così si allontanano gli utenti e si demonizza la mobilità sostenibile». Per il ministro dei Trasporti «basta organizzarsi — è la risposta alle critiche — A Parigi li hanno messi fuorilegge».
Alla guida con il cellulare
Ma anche le prescrizioni contro l’uso del cellulare alla guida sono state prese sottogamba, nonostante le pene siano più severe che mai. Nella centralissima corso Umberto a Napoli sono stati undici gli automobilisti sorpresi con lo smartphone in mano e sanzionati con una multa da 250 a mille euro. A Genova è successo persino al casello dell’aeroporto. «E non viene più applicato lo sconto del 30% per chi paga entro cinque giorni — ricorda Altamura — Alla multa poi si aggiunge anche la sospensione fino a due mesi». Che diventa ancora più lunga se si hanno meno di 20 punti sulla patente, condizione comune al 2,1% degli italiani: per loro, in caso di infrazione, scatta anche una mini-sospensione aggiuntiva dai sette a quindici giorni. «I cittadini si mostravano meravigliati, non conoscevano le novità», conferma anche il comandante della polizia municipale di Napoli, Ciro Esposito.
Al volante in stato d’ebbrezza
Lo dicono anche i dati: 90 le multe nel torinese, di cui tre da 330 euro per sosta nello stallo riservato alle persone con disabilità, altre cinque in provincia di Macerata, una decina a Verona. Diversi anche i sanzionati per guida in stato d’ebrezza, i primi già ieri notte. Due dei quali solo a Viterbo, dove una volante della polizia è intervenuta per un uomo che aveva occupato parte della carreggiata dopo essersi addormentato al volante. Risvegliato di soprassalto, il conducente ha tamponato in retromarcia la vettura degli agenti, di nuovo colpita poco dopo da una seconda auto sopraggiunta a forte velocità. Entrambi i fermati avevano un tasso alcolemico di due grammi per litro, ben oltre la soglia di 1,5, quella che precede le pene più gravi. A loro è toccata una sanzione fino a 6 mila euro e la sospensione della patente da uno a due anni, più una delle novità del codice: l’obbligo di installare a proprie spese l’alcolock, dispositivo che impedisce al motore di avviarsi se il conducente non è astemio. «Dobbiamo intensificare i controlli anche su chi non dà precedenza ai pedoni: quest’anno ne sono morti oltre 420 — dice Altamura — Ma il personale non basta, confidiamo che la legge di Bilancio confermi almeno il turnover».
(Hanno collaborato: Ernesto Ferrara, Tullio Filippone, Daniele Leuzzi, Marco Lignana, Cristina Palazzo, Paolo Popoli)