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di Gerardo Antonelli e Ida Macchi
Un intestino iperattivo che, ciclicamente, causa dolori addominali e attacchi di diarrea. Di solito, è colpa della sindrome del colon irritabile, disturbo benigno che colpisce il 15% della popolazione, soprattutto donne e fra 20 e 50 anni.
Altre volte, a causare disturbi molto simili è il morbo di Crohn, infiammazione cronica che, oltre a diarrea e dolori, determina anche cali di peso e febbre. Se non si cura, le ulcere provocate dai globuli bianchi danneggiano l’intestino in modo serio. In genere interessa i giovani fra i 20 e i 30 anni, gli over 65 e ne soffrono in 70 mila.
In comune, i due disturbi hanno anche il fatto che spesso vengono confusi e curati male, a volte per lungo tempo. Le cure dolci, integrate ai probiotici e alla dieta, risultano vincenti per il colon irritabile. E per il morbo di Crohn ci sono nuove molecole di origine biologica, efficaci anche sulle recidive e con meno effetti collaterali.
Se hai mal di pancia e diarrea
Calma e relax: questa la prima medicina per il colon irritabile. «Mangia senza fretta, masticando a lungo ogni boccone e, dopo i pasti, non sederti subito alla scrivania, ma regalati almeno 20 di minuti di rilassamento», suggerisce il dottor Marcello Mandatori, docente di Nutrizione Olistica all’Università Tor Vergata, Roma. «Evita colpi di freddo alla pancia e alla sera concediti un bagno rilassante che attenui eventuali spasmi, aggiungendo all’acqua della vasca 15-20 gocce di olio essenziale di camomilla, melissa, lavanda o tiglio.
Se non basta, ricorri al macerato glicerinato di Vaccinium vitis idaea (mirtillo rosso), pianta che aiuta a regolarizzare i movimenti intestinali. Le dosi: 40 gocce da assumere prima dei pasti. Utili anche i rimedi omeopatici che aiutano ad eliminare i gas in eccesso: Carbo vegetabilis 9 CH, Nux vomica 9 CH, Colocynthis 9 CH e Licopodium 9 CH. Le dosi: 5 globuli di uno o più rimedi, 3 volte al giorno, lontano dai pasti.
E per quanto riguarda i probiotici? «Sono efficaci come prevenzione per la salute intestinale in caso di stress, infiammazioni e allergie, ma per superare la barriera acida dello stomaco vanno assunti in dosi da 5-6 miliardi, lontano dai pasti», spiega Marcello Mandatori. «Inoltre, devono contenere più ceppi batterici (Lactobacillus e Bifidobacterium, a loro volta distinti in più tipi) ed essere privi di conservanti (come il potassio sorbato) e di lattosio. Un ciclo di cura va protratto per almeno 3 settimane».
Se ai dolori si associa la febbre
La diagnosi va confermata con delle analisi e la terapia biologica è la frontiera più avanzata, quella maggiormente utilizzata oggi, per combattere il morbo di Crohn fin dal suo apparire. «Si basa sull’utilizzo di molecole (infliximab e adalimumab) che agiscono inibendo il TNF, una glicoproteina prodotta dai linfociti T, globuli bianchi che autoalimentano l’infiammazione e mantengono accesa la malattia», spiega il professor Silvio Danese, Direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva al San Raffaele di Milano, autore del nuovo libro In pace con la pancia (ed. Sonzogno, 16 €), che tra le sue 100 domande descrive malattia di Crohn e sindrome del colon irritabile.
«Ora, però nuove armi, ancora più mirate, sono ustekinumab e vedolizumab. Quest’ultimo, è un anticorpo monoclonale con azione peculiare: agisce in modo selettivo solo sui globuli bianchi che attaccano la parete intestinale e non contro tutti quelli che circolano nell’organismo. Il suo utilizzo minimizza i sintomi, riduce le recidive e, per di più, non presenta gli effetti collaterali legati all’uso di altri farmaci biologici che, pur essendo dei salvavita, sono meno selettivi e abbassano le difese immunitarie. Ustekinumab, invece, inibisce 2 citochine chiave nell’infiammazione intestinale, le interleuchine 12 e 23, migliorando sintomi e cicatrizzando la mucosa infiammata, con un profilo di sicurezza eccellente.
Se il mal di pancia dipende dall’intolleranza
La scoperta è della Monash University di Victoria, Australia. «Nelle persone intolleranti, i FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) sono i primi colpevoli della sindrome del colon irritabile», spiega il professor Silvio Danese. Sono contenuti nel grano, nel latte e derivati, in molti frutti (pere, mele, cocomero, ciliegie), in vari vegetali (carciofi, cavolfiore, asparagi, cipolla, aglio, funghi) e dolci (miele, succhi di frutta, alcuni dolcificanti artificiali). «Vengono mal assorbiti dal piccolo intestino e fermentano, provocando gonfiore e irritazione. La dieta a basso contenuto di FODMAP va stilata da un dietologo, dopo aver verificato con un test del respiro se c’è intolleranza ai carboidrati a catena corta, al lattosio, al fruttosio o al sorbitolo, e dura 6-8 settimane. Nella prima fase, i cibi ricchi di FODMAP vengono eliminati, per poi essere reintrodotti gradualmente, in piccole quantità», precisa lo specialista.
Gli esami utili per scovare il morbo di Crohn
Se hai disturbi intestinali che fanno sospettare il morbo di Crohn, rivolgiti a un centro specializzato per la diagnosi e la cura», raccomanda il professor Silvio Danese. «Spesso, questa malattia viene diagnosticata con 2-3 anni di ritardo perché viene scambiata per la sindrome del colon irritabile. I sintomi sono molto simili, ma il colon irritabile, anche se crea disagi, è una malattia “benigna”, mentre il morbo di Crohn no, perché aggredisce le pareti dell’intestino. Quanto prima viene diagnosticato, minori sono i danni che può provocare». Per una diagnosi sicura, si fa ricorso alla colonscopia e alle tecniche di imaging avanzato, prima fra tutte la risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto o l’ecografia delle anse intestinali, fatta da mani esperte. La terapia deve essere sempre personalizzata.
Il vero e il falso sulle cure per l’intestino
Il fumo è dannoso per chi soffre di morbo di Crohn. VERO
«Smettere di fumare è il primo passo nella cura della malattia di Crohn», spiega Silvio Danese. «Oltre a essere un fattore di rischio che ne facilita l’insorgenza, il fumo ne peggiora il decorso: aumenta il rischio di ricadute, di complicanze, di dover ricorrere alla chirurgia e riduce la risposta ad alcuni farmaci».
Se la diarrea legata al colon irritabile è persistente, meglio ricorrere agli antibiotici. VERO
Le forme irriducibili sono spesso legate alla proliferazione di batteri “cattivi” nell’intestino tenue. Un antibiotico specifico come la rifaximina, che viene assorbita solo nell’intestino, elimina in modo mirato gli ospiti indesiderati.
L’idrocolonterapia risolve il problema del colon irritabile. FALSO
Non elimina il disturbo, ma molti pazienti ne fanno uso quando la colite provoca una stipsi irriducibile, che non risponde ai normali lassativi. Meglio ricorrere con il gastroenterologo a terapie più moderne ed efficaci.
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