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Tra le tante funzionalità introdotte da Android 12, troviamo una serie di feature legate alla privacy e alla sicurezza: tra le più importanti, troviamo gli indicatori per l’utilizzo di fotocamera e microfono e Private Compute Core, che purtroppo non si è ben capito come funziona nello specifico.
A fugare ogni dubbio è però la stessa Google, che ha descritto qual è l’obiettivo di questa funzionalità. Private Compute Core non è legata alla virutalizzazione, come si pensava inizialmente, ma si tratta di un nuovo tipo di sandbox, che permette di eseguire app, processi e moduli di sistema di basso livello in maniera isoltata. Lo scopo di questa funzione è ovviamente quello di proteggere i dati sensibili degli utenti da eventuali software malevoli.
Tra l’altro, sembrerebbe che questa funzione abbia ricevuto un cambio di nome durante la beta di Android 12: nelle impostazioni ora Private Compute Core è segnalato come “Android System Intelligence”.
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