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Secondo lo psicoterapeuta tedesco Rolf Sellin, autore del libro Le persone sensibili sanno dire di no (Feltrinelli, 9,75 €), il 15-20% di noi ha problemi a negare un favore a chi ce lo chiede. Temiamo di perderne l’affetto, di dover affrontare una lite o di lasciarci sfuggire un’occasione.
Dire sempre di sì, però, provoca insoddisfazione in te stessa e anche negli altri.
«È proprio così», sottolinea la psicologa Laura Rivolta. «Non dire mai di no ti porta a fare promesse che non sempre poi riesci a mantenere, con il rischio di apparire poco affidabile e non degna di stima. Se impari a dire un bel no chiaro e netto quando è necessario, otterrai più rispetto dagli altri (e anche da te stessa)».
Ma è così difficile, come si fa a imparare?
Come imparare a dire no
Per cominciare, prova con situazioni “facili”
L’esperta suggerisce: «Per esempio, entra in un negozio e chiedi di vedere qualcosa ma non comprarlo. Oppure, se la solita collega ti chiede di fermarti oltre l’orario al posto suo, dille che non puoi».
Evita di giustificarti con lunghe spiegazioni
«Non fanno che irritare il tuo interlocutore e gli danno modo di mettere in dubbio le tue ragioni», conclude la nostra esperta.
Se messa alle strette, usa un tono fermo
«Inizia la frase con “no”, senza giri di parole. Dopo, se vuoi, puoi dare una spiegazione semplice e breve», continua la psicologa.
Se possibile, chiedi un po’ di tempo
«Dire di no a botta calda è più difficile. Sfodera frasi come “Ti faccio sapere” o “Devo pensarci”», consiglia la dottoressa Rivolta.
Come non essere troppo iperprotettiva
Sei una mamma iperprotettiva? Il sociologo inglese Frank Furedi chiama “genitorialità paranoica” la tendenza a proteggere troppo i figli, che li rende timorosi; meglio esporli a rischi calcolati.
Ecco i consigli della pedagogista Elisabetta Rossini per ogni periodo d’età del bambino.
1 anno. «Quando inizia a camminare, lascia pure che cada. Se non cade mai, non potrà prendere sicurezza», dice la specialista. «Però, in casa, togli dalla sua portata tutti gli oggetti con cui potrebbe ferirsi».
2-3 anni. «Basta passeggino! Meglio che esplori il mondo sulle sue gambe: capirà prima quali sono i pericoli da evitare. L’importante è che ti dia la mano quando è necessario», continua l’esperta.
5-6 anni. «Non intervenire se un altro bambino fa il prepotente, altrimenti il tuo non imparerà mai a sopportare o a farsi valere. Uno spintone non è poi la fine del mondo», conclude la dottoressa Rossini.
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