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La curva epidemica si impenna e in una settimana i casi segnano un +40,4% e raggiungono un assoluto che non si vedeva dalla seconda ondata, cioè tra ottobre e novembre dell’anno scorso. A quel tempo però in ospedale ci finivano molte più persone, come erano più numerosi i deceduti, perché non c’erano vaccini a disposizione. La ripresa della curva comunque preoccupa e tra l’altro i dati sarebbero solo in minima parte frutto anche della variante Omicron, la cui circolazione in Italia sta crescendo ma che comunque resta responsabile di poche centinaia di casi. Una “flash survey”, cioè una indagine rapida, che verrà fatta oggi dirà un po’ di più della sua presenza percentuale.
I contagi che salgono e la variante fantasma, come alzare le difese
di Michele Bocci 19 Dicembre 2021
Nella settimana che si è conclusa ieri i casi sono stati 163.648 contro i 116.499 della scorsa. Era da tempo che l’aumento non era così accentuato. Nelle ultime tre settimane infatti la crescita percentuale era stata del 15, del 23 e del 27%. E raramente si sono visti tassi così alti di incremento quando il dato assoluto dei casi era così alto. In tre settimane il numero dei casi è quasi raddoppiato.
La circolazione cresce e aumentano anche i tamponi analizzati nelle Regioni. Da lunedì scorso a ieri sono stati infatti 4 milioni e 376mila i test effettuati contro i 3 milion e 657mila. Si tratta appunto di un incremento dovuto alla necessità di verificare l’eventuale infezione di tanti contatti a rischio.
Le Regioni che crescono, Lombardia a +66%
In tutte le Regioni i casi corrono e tra quelle più grandi, la Lombardia, con un +66%, ha i dati peggiori. Il Piemonte segna +48% e la Toscana +46%. Ecco tutti i numeri. L’Umbria passa da 1.046 a 1.978 casi (+932, +89.1%), la Basilicata da 436 a 796 (+360, +82,5%), la Lombardia da 19.423 a 32.344 (+12.921, +66,5%), la Liguria da 3.501 a 5.701 (+2.200, +62,8%), la Sardegna da 1.017 a 1.625 (+608, +59,7%), il Molise da 75 a 115 (+40, +53,3%), il Piemonte da 9.115 a 13.543 (+4.428, +48,5%), la Toscana da 5.117 a 7.502 (+2.385, 46,6%), la Sicilia da 5.945 a 8.671 (+2.726, +45,8%), la Puglia da 2.532 a 3.659 (+1.127, +44,5%), la Campania da 8.409 a 11.790 (+3.381, +40,2%), le Marche da 3.010 a 4.206 (+1.196, +39,7%), l’Abruzzo da 1.729 a 2.413 (+684, 39,5%), la Calabria da 2.544 a 3.530 (+986, +38,7%), l’Emilia-Romagna da 11.160 a 15.106 (+3.946, +35,3%), il Lazio da 10.991 a 14.864 (+3.873, +35,2%), la Provincia di Trento da 1.390 a 1.711 (+321, +23%), il Veneto da 21.439 a 26.279 (+4.840, +22,5%), la Valle d’Aosta da 385 a 438 (+53, +13,7%), il Friuli Venezia Giulia da 4.280 a 4.848 (+568, +13,2%). L’unica realtà che ha dati positivi è tra quelle che erano andate peggio nelle scorse settimane. Si tratta della Provincia di Bolzano, che cala del 14,4% visto che passa da 2.955 a 2.529 casi.
Rasi: “I contagi salgono, pressione sugli ospedali: l’Italia è vicina all’arancione”
Forse nessuno raggiungerà le sette tra Province e Regioni già in giallo
In questo momento in Italia ci sono le due Province e cinque Regioni in zona gialle. E cioè oltre a Trento e Bolzano, Calabria, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche. C’erano due grandi regioni in bilico, che si riteneva potessero lasciare la zona bianca dopo la Cabina di regia di venerdì prossimo e cioè Emilia-Romagna e Lombardia. L’Emilia ha ridotto un po’ i ricoveri nei reparti ordinari, quindi adesso rischia meno. La Lombardia, che è sopra il limite della terapia intensiva, cioè ha un’occupazione più alta del 10%, ha di nuovo aumentato, di quasi 2mila unità, i letti disponibili nei reparti ordinari, portandoli da 8.485 a 10.237. In questo modo la percentuale di occupazione è scesa al 12%. E così il giallo si allontana.
Negli ospedali ricoveri al +15%
Con un incremento molto forte dei casi, la crescita dei ricoveri è più bassa. Ci vogliono infatti due settimane per osservare nei reparti l’onda lunga delle infezioni sul territorio. Grazie ai vaccini, comunque, in questa fase le persone sono comunque meno, percentualmente, rispetto alle altre ondate. Ieri in tutti i reparti, ordinari e intensivi, c’erano 8.692, contro le 7.526 di domenica 12 dicembre. L’incremento quindi è stato di 1.166 letti, cioè del 15,4%. Nella settimana precedente era stato più alto (18,8%) e in quella ancora prima più basso (+10%). In terapia intensiva ieri c’erano 966 persone, contro le 829 di domenica 12. L’incremento è di 137, cioè del 16,5%. La settimana scorsa era stato del 12,6%, quella prima del 14.7%.
Sono 115 le morti giornaliere
Continuano ad aumentare i decessi. Nella settimana conclusa ieri sono stati 810, contro i 636 di quella passata. La crescita è del 27,3%, più accentuata di quella della scorsa settimana (22%). La media è di 115 morti al giorno.