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Per il Quirinale vogliamo una persona di grande profilo morale». E per portare avanti questa linea, «metteremo in campo un coordinamento permanente con i vertici dei gruppi». Giuseppe Conte parla ieri fino a tardi ai “suoi” deputati e senatori pentastellati – per la rituale assemblea congiunta, nell’Auletta di Campo Marzio, dalle nove della sera – e nel motivare un Movimento in attesa di strutture e identità, ricorda «noi siamo una forza politica integra». Cerca di sedare malumori e tensioni seguite anche al cosiddetto “patto della lasagna” – con le battute fuori Palazzo avvenute al compleanno del plenipoteziario del Pdf, Goffredo Bettini – assicura ai suoi che il percorso finalizzato all’elezione del Capo dello Stato passerà «attraverso una scelta condivisa: un tavolo permanente con i vertici dei gruppi». Che poi sarà una cabina di regia collegata a sua volta al Pd, anche se questo dettaglio non emerge ieri. Poi Conte aggiunge: «Vi ripeto qui, guardandovi negli occhi, che ho una sola linea: non si va alle elezioni anticipate». Ma chiede coesione.
L’ex premier esorta tutti a «uno scatto di orgoglio e dignità». L’assemblea è comunque molto partecipata: c’è una gran parte dei 233 eletti tra le due Camere. Arriva anche Luigi Di Maio e siede in alto tra i banchi, dalla sommità dell’emiciclo ascolta frontalmente Conte. Di Grillo, invece, neanche l’ombra. Un’assenza che non aiuta il cammino, forse.
«Per costruire insieme il nuovo Movimento, per scrivere ancora pagine importanti e per rafforzarci sui territori, ci vuole unione e lavoro di sintesi», premette il leader. Conte li invita «a evitare mal di pancia», a non farsi irritare «da narrazioni sbagliate, fuori asse» di alcune scelte. Come la decisione di mandare in tv i suoi cinque vice presidenti (Taverna, Todde, Ricciardi, Gubitosa e Turco) di recente nomina. «Se vengono elette delle persone è normale che vengano fatte conoscere», ragiona Conte. «Sarebbe un editto, questo ? Un diktat? Un attentato alla libertà di informazione? Quando usiamo le parole dobbiamo stare attenti». A quel punto scatta con la mano alzata il senatore Primo Di Nicola, che aveva aspramente criticato in una chat quel’indicazione per le tv, per intervenire. Ma l’ex premier lo stoppa: ora finisco, poi parlerete tutti.
Molti parlamentari aspettano però quella riorganizzazione di cui il Movimento ha bisogno, come hanno dimostrato le deludenti amministrative. Non arriveranno solo i segretari sui territori, spiega Conte. «Al più presto avremo l’insediamento dei comitati tematici in seno al Consiglio e la scuola di formazione M5S che coinvolgerà esperti internazionali, premi Nobel, accademici». È vicino l’approdo, nel Parlamento europeo, tra Socialisti e democratici, Ma insiste: ci vuole unità. Quella che serve ora: «agli interventi in Senato sul Bilancio», allo snodo sul Quirinale, E «alle nostre battaglie sul reddito, sul Superbonus, che ci volevano massacrare»