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di Paola Rinaldi
Alternativa ecologica ai tradizionali assorbenti igienici, la coppetta mestruale è la soluzione green per vivere il ciclo in libertà ma senza inquinare l’ambiente con rifiuti indifferenziabili.
La coppetta mestruale è un piccolo contenitore flessibile, simile a un imbuto, che va inserito all’interno del canale vaginale per raccogliere il flusso ematico.
«Dalle coppette mestruali possono trarre particolare vantaggio le donne soggette a irritazioni e dermatiti dovute all’uso prolungato degli assorbenti esterni, soprattutto quelli plastificati, che alla lunga possono alterare il pH e la flora batterica vaginale, favorendo la crescita di batteri “cattivi” e aumentando, secondo recenti studi, il rischio di infezioni persistenti da Papilloma virus, potenziale causa di cancro alla cervice uterina», spiega la dottoressa Barbara Del Bravo, ginecologa a Pisa.
«Non sono immuni da rischi neppure gli assorbenti interni, i tradizionali tamponi, che oltre ad assorbire il flusso catturano anche il muco cervicale, determinando secchezza, oppure possono “perdere” fibre di cotone o sintetiche nel canale vaginale, favorendo la cronicizzazione della candida e di altre infezioni».
Coppetta mestruale, una soluzione rispettosa
Molto più rispettosa della fisiologia e della salute genitale femminile è la coppetta mestruale, che non crea un clima caldo e umido favorevole per la proliferazione di batteri, non permette lo sviluppo di cattivi odori e non provoca arrossamenti o irritazioni a livello vulvare e perineale.
In più la coppetta mestruale permette di vestire in totale libertà, perché non occorre scegliere indumenti dal cavallo ampio per mascherare la presenza dell’assorbente esterno e neppure bisogna rinunciare alla propria lingerie preferita a causa del filo che fuoriesce dal tampone.
«Tra l’altro, questa protezione è molto pratica da usare anche durante le attività ricreative e sportive, come la danza e il nuoto, dove i classici assorbenti possono risultare scomodi o inadatti», assicura l’esperta. «Per non parlare del risparmio economico: se lavata e conservata accuratamente, una coppetta mestruale può durare fino a dieci anni. Ipotizzando un costo medio di 20 euro, non c’è paragone rispetto alla cifra mensile che va esborsata per le altre soluzioni usa e getta, che tra l’altro hanno un impatto notevole sull’ambiente».
Come si usa la coppetta mestruale
Il funzionamento della coppetta mestruale è semplice: dopo averla piegata su se stessa, la coppetta mestruale va inserita in vagina, dove si apre automaticamente in modo da aderire alle pareti e raccogliere il sangue nel momento in cui si forma.
«Può servire qualche prova per prenderci la mano, ma nell’arco di poco tempo si trova la giusta dimestichezza. Tra l’altro, la coppetta mestruale può essere utile alle donne per prendere confidenza con il proprio corpo, abbattendo tabù e pregiudizi che spesso ruotano intorno all’apparato genitale femminile», ammette la dottoressa Del Bravo.
Coppetta mestruale, quale scegliere
Le coppette mestruali non sono tutte uguali, perché ne esistono di varie dimensioni, più o meno grandi, da selezionare in base a corporatura, flusso mestruale, numero di gravidanze e forma fisica.
«Generalmente la scelta della “misura giusta” è determinata dal fatto che la donna abbia o non abbia partorito e, nel secondo caso, conta se il parto è stato naturale o cesareo, programmato o di emergenza. Un altro aspetto da valutare è il grado di tonicità del pavimento pelvico, quell’insieme di muscoli e legamenti che chiudono la parte inferiore della cavità addominale: ci sono donne, infatti, che hanno un grado normale o addirittura elevato di tonicità, mentre per altre può essere ridotto a seguito di gravidanze o perdite consistenti di peso.
«In base a questo, si può scegliere tra modelli più o meno morbidi, affinché la coppetta sia confortevole una volta indossata. Ovviamente, in caso di dubbio, il ginecologo di riferimento può aiutare a valutare la tipologia del proprio perineo».
Modelli certificati
Le coppette mestruali sono realizzate in silicone medico oppure in TPE, un materiale simile alla gomma usato anche per le tettarelle da biberon: entrambe permettono una facile disinfezione a ogni utilizzo e sono adatte anche per le donne allergiche al lattice, perché ne sono prive.
«Seppure la marcatura CE non sia obbligatoria, perché le coppette mestruali non sono dispositivi medici, meglio scegliere prodotti con materiali certificati, controllando sulla confezione provenienza e qualità».
Dopo quanto tempo si svuota la coppetta mestruale
Generalmente, la coppetta mestruale ha una maggiore capacità di raccolta rispetto agli assorbenti tradizionali, ma dipende dal flusso: «All’inizio è necessario fare alcune prove, svuotandola con maggiore frequenza. Per esempio, dopo le prime due ore valutiamo se la coppetta è piena, vuota oppure a metà e in poco tempo capiremo come regolarci».
Per svuotarla, basta sfilarla delicatamente (tirando lo stelo presente sul lato chiuso), per poi risciacquarla sotto l’acqua corrente e inserirla nuovamente, prestando sempre attenzione a lavare accuratamente le mani per evitare di introdurre batteri nella vagina.
«Al termine delle mestruazioni, invece, la coppetta va sterilizzata seguendo le istruzioni fornite dal produttore, ma generalmente si tratta di immergerla in acqua bollente per qualche minuto, e poi riposta nell’apposito contenitore fino all’utilizzo successivo».
Come svuotare la coppetta fuori casa
Svuotare la coppetta mestruale quando ci si trova in viaggio o fuori casa può apparire un limite, soprattutto quando bisogna servirsi di bagni pubblici dove i lavandini per il lavaggio delle mani si trovano in uno spazio pubblico piuttosto che nella stessa cabina dei servizi igienici.
In questo caso, il consiglio è quello di portare con sé una bottiglietta d’acqua per sciacquare la coppetta una volta tolta e prima di reinserirla, insieme a delle salviettine umidificate per eliminare eventuali residui di sangue dalle mani o in prossimità dell’ingresso vaginale.
Come capire se la coppetta mestruale è inserita bene
Se la coppetta mestruale è ben inserita, non deve arrecare alcun fastidio né deve essere percepita. Non deve neppure sgusciare fuori durante i normali movimenti né presentare “avvallamenti” o pieghe intorno alla circonferenza, che deve risultare liscia e uniforme.
«Se indossata bene, non si corre il rischio di avere perdite imbarazzanti e macchie sui vestiti. Se invece ci sono delle fuoriuscite oppure se la coppetta appare scomoda, provoca dolore o si accompagna al costante bisogno di urinare, significa che la taglia o il modello non sono adeguati alle proprie esigenze», conclude la dottoressa Del Bravo.
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