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Cos’è l’orienteering, sport con cui allenare fiato e mente

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Di corsa, in mountain bike o sugli sci, devi individuare il percorso più breve per arrivare al traguardo. E per farlo ti servono gambe e polmoni, ma anche la capacità di decidere in tempi rapidi

Una mappa, una bussola, tanto fiato e un po’ di tattica. Questi gli ingredienti dell’orienteering, sport che sembra una caccia al tesoro: obiettivo le lanterne (di fatto i punti di controllo) da raggiungere con un percorso a scelta. «Si parte scaglionati, su un terreno di gara segreto sino al momento del via, dotati di una cartina che indica i sentieri percorribili e la posizione delle lanterne», spiega Luise Schmidt, allenatrice ed ex atleta svedese. «Vince chi arriva al traguardo per primo, dopo essere passato nei luoghi indicati».

Mettiti alla prova

Il modo giusto per avvicinarsi a questa attività è iscriversi a una gara. Buona parte delle competizioni proposte dalla Federazione italiana sport orientamento (fiso.it) prevedono percorsi facili, adatti ai principianti e con pochi punti di controllo. L’ideale per sperimentare e allenare la resistenza nella corsa e, chiaramente, la capacità di orientarsi. «Scoprendo che è tutta questione di tecnica e attenzione ai particolari», sottolinea l’esperta.

Non solo running

Non c’è un’unica specialità. «Nato in Finlandia, in origine si praticava con gli sci da fondo, su un reticolo di tracciati. Lo sviluppo naturale è stata la corsa tra i boschi e poi nei centri cittadini. In seguito sono arrivate le prove in mountain bike e il Trail Orientamento, una specialità adatta anche a chi ha difficoltà nel movimento: basta identificare i punti di controllo, usando mappa e bussola, presso punti di osservazione debitamente segnalati lungo sentieri facilmente percorribili anche con la sedia a rotelle», spiega l’allenatrice.

I benefici

«Oltre a sviluppare l’orientamento, è perfetto per la salute di cuore e polmoni e fa bruciare 600-800 calorie all’ora. Correndo tonifichi glutei e core, il centro del corpo; in mountain bike lavori principalmente con gambe e spalle; con gli sci alleni al meglio quadricipiti e dorsali», aggiunge Maria Lupinc, personal trainer.

Occhio alla mappa

«Segnala dislivelli, asperità (curve di livello), e dettagli della vegetazione (colori). Si riconoscono anche le opere dell’uomo e gli elementi naturali, dalle case alle grotte», spiega Luise Schmidt. «I sentieri sono indicati per difficoltà: con una linea continua quelli facili, ampi e con poca pendenza; tratteggiata per quelli più impegnativi e con dei puntini i più impervi». Per le gare e gli allenamenti viene sovrapposto il tracciato di gara: un triangolino segnala la partenza, piccoli circoli i punti di controllo (da raggiungere nell’ordine indicato) e il cerchietto doppio l’arrivo. A fianco della cartina, infine, trovi maggiori indicazioni sul posizionamento esatto delle lanterne.

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