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Covid, Battiston: “Rt precipita verso 1, il picco dei contagi attivi già la prossima settimana. Poi la curva scenderà”

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“Può sembrare incredibile, ma Rt sta precipitando verso 1 ed il picco degli infetti attivi in Italia potrebbe essere raggiunto la settimana prossima”. Proprio mentre l’Oms lancia l’allarme sul probabile contagio di mezza Europa, l’analisi dei numeri della pandemia Omicron in Italia effettuata da Roberto Battiston, docente di Fisica all’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico dello stesso ateneo, sembra indicare uno scenario diverso: “La fiammata di infetti da Omicron, iniziata poco prima di Natale, potrebbe raggiungere il suo massimo entro una settimana per poi scendere”.

Professor Battiston, quali sono i dati che indicano l’avvicinarsi del picco di Omicron?

“Sono in realtà dati a disposizione di tutti, occorre però guardare alla variabile opportuna: il bilancio ‘netto’ dei nuovi infetti quotidiani, vale a dire i nuovi infetti a cui vanno sottratti i guariti e i deceduti. Se un certo giorno si infettano 1000 persone ma se ne negativizzano 900, vuol dire che l’aumento netto di positivi è 100. Quando il numero di guariti è pari a quello di nuovi infetti, in quel momento l’Rt vale 1 e la curva epidemica sta iniziando a scendere”.

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È arrivato quel momento per la fase Omicron?

“Non ancora, ma i numeri degli ultimi giorni indicano una chiara inversione di tendenza. Venti giorni fa il bilancio netto tra nuovi positivi e guariti giornalieri era di +27mila, quindi si è impennato fino a toccare quota +172mila. Ma poi, al netto delle fluttuazioni quotidiane dovute alla raccolta dei dati, ha iniziato a scendere, oggi è  +101mila. Il numero di nuovi infetti sta scendendo in giorni della settimana in cui di solito cresce e oggi è la prima volta che il numero di nuovi infetti negli scorsi sette giorni è minore dello stesso numero calcolato ieri. Insomma, da una parte  i nuovi infetti giornalieri non salgono più in modo esponenziale, raddoppiando ogni pochi giorni, e stanno anzi iniziando a decrescere. Dall’altra stanno crescendo i guariti giornalieri, come era ovvio aspettarsi dopo il periodo di quarantena: quando questi supereranno i nuovi infetti l’Rt sarà sceso sotto 1”.

Questa dinamica così rapida di salita e ridiscesa ha a che fare con le peculiari caratteristiche della variante emersa in Sudafrica?

“Lascio che a esprimersi su questo siano i virologi. Io posso sottolineare che l’analisi dei dati ci mostra l’avvicinarsi del picco degli infetti attivi nel giro della prossima settimana. In effetti è quello che si è osservato in Sudafrica e, soprattutto, nel Regno Unito dove la crescita di Omicron è iniziata il 13 dicembre, ma dal 5 gennaio il numero di nuovi infetti ha iniziato a diminuire nettamente. Questo effetto si intravede ora in Italia e in Spagna, ma non ancora in Francia”.

Eppure l’Oms ha paventato il contagio di metà degli europei con Omicron.

“Fare previsioni di questo tipo su tempi lunghi è davvero complicato. Soprattutto perché varie analisi suggeriscono come questa variante sia molto rapida nell’espandersi ma anche altrettanto nel ritrarsi. Con questo comportamento così peculiare non so come possa continuare a svilupparsi per i prossimi tre mesi colpendo il 50% degli europei”.

Anche in Lombardia i numeri sembrano suggerire che il raggiungimento del plateau è imminente.

“In effetti l‘analisi lombarda riguarda il numero dei nuovi casi sintomatici che sembra appiattirsi e non mostra più un andamento esponenziale. Si tratta di una variabile strettamente correlata ai nuovi infetti. Se fosse il caso isolato di una sola regione potrebbe essere dovuto anche ad altri effetti, magari a una  saturazione di un sistema sanitario sovraccarico. Ma il fenomeno si sta verificando un po’ in tutta Italia, nella maggior parte delle regioni. Fanno eccezione la Liguria e le Marche, che hanno un comportamento diverso: nella prima la variante Omicron sembra essere arrivata più tardi, mentre nella seconda ancora non mostra il suo effetto dominante sulla crescita degli infetti”. 

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Il raggiungimento del picco significa emergenza finita?

“Assolutamente no, siamo nel pieno di una forte pandemia, i numeri sono e rimarranno alti per un po’. Rischiamo di arrivare a Rt uguale a uno con più di due milioni e mezzo di italiani infetti in quarantena. E su più di due milioni e mezzo, basta una piccolissima percentuale di casi gravi per mandare in tilt le terapie intensive e gli ospedali in generale“.

E poi c’è la variante Delta. Lei stesso aveva fatto notare come si stesse assistendo a una doppia epidemia.

“Esatto. Se, come sembra, nelle prossime settimane si spegnerà la fiammata di Omicron, potremo vedere con più chiarezza quanto sia ancora presente Delta nella popolazione. Ancora oggi i medici che lavorano nelle terapie intensive raccontano che i due terzi dei ricoverati siano non vaccinati affetti quasi solamente da variante Delta”.

Se davvero Omicron si sta spegnendo, qual è la strategia migliore da adottare?

“Continuare a vaccinare, vaccinare, vaccinare. Paradossalmente Omicron ha dimostrato di essere capace di bucare la copertura vaccinale, pur se con effetti per lo più blandi. Rischiando di provocare un lockdown di fatto. Se questo pericolo sarà scongiurato nel breve termine, occorrerà tornare a occuparsi della Delta, che può  provocare seri  problemi per la salute e che causa l’affollamento degli ospedali. Ma, per fortuna, sappiamo che contro Delta la vaccinazione funziona molto bene”.

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