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Covid, il governo corre ai ripari. Secondo booster a chi lo vorrà, poi la campagna d’autunno

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Roma – La campagna vaccinale d’autunno non comincerà prima di ottobre ma non è escluso che, nel frattempo — così come suggerito dall’Ema — la seconda dose booster (ovviamente con il vaccino attuale) venga consentita volontariamente anche a tutti gli over 60 e non più solo agli ultraottantenni e agli immunodepressi. Soprattutto se i contagi dovessero continuare a crescere raggiungendo addirittura il picco di 200.000 al giorno a fine mese come ipotizzato dalle previsioni più pessimistiche sul tavolo del ministro della Salute Speranza. La riflessione su un possibile allargamento volontario della platea della quarta dose sin dai mesi estivi non è fuori dall’orizzonte, sarà oggetto di valutazione», dicono dal ministero della Salute alle prese con la riorganizzazione degli ospedali vista la risalita di ricoveri ordinari ( 13% il tasso di occupazione dei reparti covid) e terapie intensive al 4%. Da qui la circolare con cui il ministero chiede alle Regioni di garantire da subito l’ampliamento dei posti letti in area medica e in terapia intensiva.

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La nuova campagna vaccinale

«Stiamo lavorando a una nuova campagna vaccinale che ci rafforzerà», conferma il ministro della Salute Roberto Speranza. Di certo, agli over 60 verrà proposto dall’autunno il secondo booster con la versione aggiornata dei farmaci di Pfizer e Moderna che l’Ema dovrebbe approvare a settembre. Farmaci che non sarà necessario acquistare ma arriveranno direttamente perché l’accordo già fatto dalla commissione europea con le due case farmaceutiche prevede la sospensione delle forniture già acquistate per il 2022 e la consegna degli stessi quantitativi di vaccini aggiornati: su 137 milioni di dosi destinati all’Italia per il 2022 devono esserne consegnati ancora 77 milioni, più che sufficienti per una vasta campagna di richiami.

La struttura del generale Petroni

A gestire questa nuova fase, ormai fuori dallo stato di emergenza, sarà l’unità di completamento della campagna vaccinale guidata dal generale Tommaso Petroni che ha ereditato dal generale Figliuolo il compito di traghettare il lavoro svolto nella fase emergenziale all’alveo ordinario della sanità territoriale. Saranno le Regioni a portare avanti la nuova fase della campagna. Chiamata attiva degli interessati, maggiore coinvolgimento dei medici di base e messaggi informativi le armi con cui — come già fatto a maggio — il generale Petroni solleciterà le Regioni (la cui risposta con il primo booster ha subito messo in evidenza il gap tra Nord e Sud) a rilanciare i vaccini. 

Sistema misto: hub e medici di famiglia

Ancora prematuro capire con quali strutture: di certo alcuni hub riapriranno, ma l’intenzione del governo resta quello di affidare i vaccini ai medici di famiglia, ai normali centri di vaccinazione e agli ospedali. Di certo, molto dipenderà dalla curva dei contagi a settembre e dalla platea a cui verrà proposto il secondo booster con i vaccini aggiornati: 14 milioni di persone, se sarà limitata agli over 60, che potrebbero diventare quasi 24 milioni se invece si dovesse allargare agli over 50. 
Ma c’è anche la fascia dei più piccoli su cui tornare ad insistere (in questo caso con i pediatri) già da agosto in tempo utile per una riapertura in sicurezza delle scuole: i bambini tra i 5 e gli 11 anni con un ciclo vaccinale completo sono solo il 35% a cui si aggiunge un 24% di guariti da meno di sei mesi. 

Previsto il gran ritorno dell’influenza

C’è poi da fare i conti con l’influenza che quest’anno — con l’azzeramento delle restrizioni — si prevede tornerà massiccia. Dopo due anni di assenza, l’immunità della popolazione potrebbe essere diminuita e il ministero prevede focolai rilevanti. Da prevenire sensibilizzando la popolazione a vaccinarsi in modo massiccio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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