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Non sarà un rilascio completo. Dal primo maggio, stando alle norme in vigore, l’obbligo di usare la mascherina al chiuso decadrà. Il il ministro alla Salute Roberto Speranza ha però detto che questo aprile si valuterà l’andamento della pandemia per decidere se continuare a imporre le protezioni, almeno in certi luoghi. Come sempre, lui parte da una posizione di massima cautela, e del resto molti esperti ritengono fondamentale continuare ad indossare chirurgiche e Ffp2 al chiuso. Tanto più che il virus sta circolando ancora molto, fortunatamente senza conseguenze sull’occupazione degli ospedali.
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di
Michele Bocci
Intanto oggi si svolge un tavolo tra ministri del Lavoro e della Salute e le parti sociali per discutere dei lavoratori. Si arriverà alla conclusione che chi svolge la propria attività in esercizi aperti al pubblico dovrà indossare la mascherina anche dopo il 30 aprile. La regola vale per cassieri dei supermercati, commessi e anche per chi è impiegato in uffici pubblici dove si danno servizi ai cittadini. Il governo dovrà decidere se estendere l’obbligo anche ai clienti.
Sui mezzi di trasporto
Ma probabilmente saranno costretti ad indossare la mascherina anche coloro che utilizzano i mezzi di trasporto pubblici, e coloro che vanno al cinema, in teatro, ai concerti. Si tratta di contesti dove si rischiano assembramenti e togliere la protezione potrebbe essere più pericoloso, dicono gli esperti. Una possibilità per ammorbidire un po’ la misura, riducendo le spese potrebbe essere quella di non richiedere più, come adesso, l’utilizzo della Ffp2. Ad esempio a bordo di bus e metro potrebbe bastare la chirurgica.
Sul luogo di lavoro
Dove non varrà più l’obbligo, ci sarà comunque una raccomandazione a utilizzare la mascherina al chiuso, in particolare se si rischiano assembramenti. Per quanto riguarda i luoghi di lavoro privati, il datore può sempre, in base alla valutazione dei rischi, disporre delle misure più restrittive. E quindi potrebbe esserci aziende che chiedono ai propri lavoratori di indossare la mascherina.
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di
Elena Dusi
Via dal primo maggio
Speranza cercherà di mantenere l’obbligo di indossare la protezione al chiuso in più situazioni possibili ma la decisione su come procedere verrà presa nella Cabina di regia, dove ci saranno posizioni diverse. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa spiega: “Ritengo ragionevole pensare che il 1 maggio le mascherine non saranno più obbligatorie neppure al chiuso, ma piuttosto raccomandate. Anche questo rappresenta una tappa del percorso di ritorno alla normalità. Del resto i nostri concittadini hanno già dimostrato una coscienza di autoprotezione, come dimostra il fatto che spesso indossano la mascherina all’esterno pur essendo da mesi venuto meno l’obbligo. Ad oggi sussistono le condizioni per raggiungere questo obiettivo. Non escludo, comunque, si possa valutare l’ipotesi di mantenerle al chiuso in situazioni particolari: penso, ad esempio, ai treni, alla metropolitana, agli aerei”.
Quarta dose: decisione in arrivo
Sempre in fatto di nuovi passi della strategia anti Covid, tra oggi e domani la Ue dovrebbe decidere la questione della quarta dose. Proprio su pressione di Speranza, i vari Paesi l’altra settimana hanno deciso di muoversi tutti insieme e non autonomamente sul secondo booster. Ema e i Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc) daranno un loro parere, comunque non vincolante.
Una delle ipotesi prevede che la quarta dose venga messa a disposizione di chi ha più di 70 anni almeno 120 giorni dopo la somministrazione della terza. Si tratterebbe di un modo per proteggere i più fragili dal punto di vista immunitario, anche se, come ha detto la stessa Ema in passato, non ci sono tanti dati sull’efficacia di questa operazione. Aifa ha invece detto che bisognerebbe intanto pensare a concludere le terze dosi. Sono circa 850 mila gli over 70 che non le hanno ancora fatte.