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Covid, indice Rt in discesa: è allo 0,97. Nessuna regione cambierà colore

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ROMA – Scendono questa settimana i valori dell’incidenza dei casi di Covid per 100mila abitanti e dell’indice di trasmissibilità Rt: l’incidenza è infatti  pari a 1823 (rispetto al valore di 2011 della scorsa settimana) e l’Rt si abbassa a 0,97 (mentre la scorsa settimana era pari a 1,31). E’ quanto emerge dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19.

“La curva è in crescita in numerosi Paesi europei – commenta Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità – ma l’Italia ed altri cominciano a mostrare una inversione di tendenza”, osserva Brusaferro. Il “calo dei casi – prosegue – si osserva ovunque, tranne che nella fascia 0-9 anni”.

E dopo tanti cambi di colore, frutto dell’esplosione dei casi per la diffusione di Omicron, questa è la settimana della stabilità per le Regioni e le province autonome, che lunedì manterranno il quadro attuale: 12 in zona gialla, 5 in arancione e 3 in bianca. Nel dettaglio: Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Sicilia sono in zona arancione; Lombardia, province autonome di Trento e Bolzano, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Lazio, Puglia, Campania, Sardegna e Calabria in giallo; infine in zona bianca Umbria, Molise e Basilicata.

I valori più alti dell’incidenza di casi di Covid-19 su 100mila abitanti si registrano questa settimana nella Provincia autonoma di Bolzano (dove si raggiunge il valore di 3258,5 casi per 100mila) seguita dall’Emilia Romagna (2732,8) e Marche (2644,9). Emerge, secondo quanto si apprende, nella scheda sugli indicatori decisionali che accompagna il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid.

Diminuisce il numero dei posti letto occupati per Covid nei reparti di terapia intensiva ed in quelli ordinari. Questa settimana, l’occupazione delle terapie intensive a livello nazionale raggiunge infatti il 16,7% (contro il valore del 17,3% della scorsa settimana). L’occupazione  a livello nazionale dei reparti ordinari raggiunge invece il valore del 30,4% (rispetto al 31,6% della settimana precedente).

Il maggiore tasso di occupazione dei posti letto per Covid nelle terapie intensive si registra questa settimana nella Provincia autonoma di Trento (al 27,8%), nelle Marche (al 27,3%) e in Friuli Venezia Giulia (al 23,4%). I maggiori tassi di occupazione nei reparti ospedalieri ordinari si registrano invece in Valle d’Aosta (al 50,3%), in Liguria (al 39,3%), in Sicilia (al 38,1%) ed in Calabria (al 38%).

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Quattro Regioni e province autonome sono classificate a rischio alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati; 9 Regioni risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, tre Regioni e province autonome sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Otto Regioni e province sono classificate a rischio basso. Sono 15 le Regioni e province autonome che riportano almeno una singola allerta di resilienza. Quattro Regioni riportano molteplici allerte di resilienza.

Rimane stabile il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (652.401 vs 658.168 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (18% vs 15% la scorsa settimana). È in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% vs 41%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45% vs 44%).

In Italia il 17 gennaio scorso la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata al 95,8%, con una variabilità regionale tra l’83,3% e il 100%, mentre la Delta era al 4,2% del campione esaminato (range: 0% -16,7%). Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.

Sono 5 le Regioni in cui la variante Omicron è presente al 100%: Basilicata, Molise, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. Due invece le regioni dove è sotto il 90%: il Trentino (83,3%) e Sicilia (87%).

Non si arresta la crescita di casi di Covid-19 tra medici, infermieri e altri lavoratori della sanità. Negli ultimi 30 giorni sono stati 54.005 a fronte di 3.982.099 casi complessivi di infezione da Sars-Cov-2 registrati in Italia. E’ quanto emerge dai Dati della Sorveglianza integrata Covid-19 in Italia, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, aggiornati al 26 gennaio.
I dati aggiornati al 20 gennaio riportavano 3.412.930 casi nella popolazione italiana nei 30 giorni precedenti e, di questi, 47.607 tra gli operatori sanitari. Quelli del 13 gennaio riportavano 2.432.925 casi nel paese, di cui 34.446 tra lavoratori della sanità.

Intanto la Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha definito i criteri di utilizzo del Paxlovid, il farmaco antivirale orale per la cura del Covid dell’azienda Pfizer che aveva già avuto nel dicembre 2021 il parere favorevole della Cts per la distribuzione in emergenza e la prima tranche di 11mila trattamenti sarà disponibile nella prima settimana di febbraio e sarà distribuita alle Regioni.

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