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Nelle ultime 24 ore si sono registrati 45.621 nuovi casi e 171 decessi. Il tasso di positività è al 17,8%. In calo i ricoveri ordinari (-239), in aumento invece quelli in terapia intensiva (+10).
Fiaso,ricoveri stabili in area medica e terapia intensiva
Ricoveri stabili in area medica e nelle terapie intensive nella settimana dal 26 luglio al 2 agosto negli ospedali aderenti alla rete sentinella della Fiaso, dopo la diminuzione del -2% registrata la scorsa settimana. Nei reparti ordinari ci sono stati 21 nuovi ingressi: si tratta – spiega Fiaso – di pazienti con Covid, il cui ricovero è stato determinato da altre patologie ma che sono risultati positivi al tampone. L’incidenza di questi pazienti con Covid è salita questa settimana del +7,5% nei ricoveri ordinari e complessivamente questa categoria rappresenta il 58% del totale dei pazienti Covid presenti negli ospedali oggetto della rilevazione. Resta bassa la percentuale di occupazione delle rianimazioni: 4,4% del totale dei pazienti Covid.
Carceri: in netto calo casi Covid tra detenuti e agenti
Netto calo dei casi Covid nelle carceri italiane: dal monitoraggio del ministero della Giustizia-Dap (con dati aggiornati a ieri) emerge che i positivi al virus tra i detenuti sono 696 – 124 in meno rispetto a una settimana fa – su un totale di presenze nei penitenziari del Paese pari a 54.283 unità. La maggior parte degli attuali positivi è asintomatico, mentre uno è ricoverato in ospedale. Tra gli agenti, invece, i casi di positività risultano essere 593 (su un totale in servizio pari a 36.939 unità), 108 in meno rispetto a sette giorni fa: 6 sono sintomatici e uno è ricoverato. Prosegue intanto la campagna vaccinale antiCovid negli istituti di pena: sono 110.900 le dosi di vaccino somministrate finora ai detenuti.
Il naso dei bimbi blocca meglio il virus ma non Omicron
Uno studio australiano ha osservato maggiore capacità protettiva nelle narici dei piccoli, ‘superpotere’ neutralizzato dall’ultima variante. Non è una leggenda che i bimbi sembrano resistere meglio agli attacchi dei virus respiratori. I genitori sono i primi a percepirlo quando vengono abbattuti da febbre e raffreddori, a dispetto dei loro piccoli di casa che invece restano saldamente in piedi. Il loro ‘superpotere’ potrebbe essere nel naso. E ha funzionato anche con Covid, fino alla variante Delta. Ma poi è arrivata Omicron, che ha scalfito la capacità questa ‘giovani nasi’ di fare scudo. A darne prova è un piccolo studio che arriva dall’Australia, secondo cui l’epitelio nasale (il rivestimento del naso) dei più piccoli inibisce l’infezione e la replicazione del ceppo ancestrale del coronavirus Sars-CoV-2 e della variante Delta, ma non della variante Omicron. Il lavoro è pubblicato su ‘Plos Biology’. Gli autori, Kirsty Short dell’Università del Queensland e colleghi, hanno provato a esplorare i fattori che potrebbero essere alla base di un dato osservato in pandemia: i bambini hanno un tasso di infezione da Covid più basso e sintomi più lievi rispetto agli adulti. Cosa guida dunque questa apparente resistenza pediatrica al contagio e all’attacco del virus? Al fine di comprendere meglio l’infezione e la replicazione di Sars-CoV-2 nei bimbi, i ricercatori hanno preso campioni di cellule epiteliali nasali da 23 bambini sani di età compresa tra 2 e 11 anni e da 15 adulti sani di età tra 19 e 66 anni, e hanno esposto queste cellule al virus, osservando la cinetica dell’infezione e le risposte antivirali nei bambini rispetto agli adulti.