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Covid, perché Omicron ora contagia anche i bambini, con la stessa velocità degli adulti

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“I bambini si ammalano meno di Covid”. L’assunto, noto fin dall’inizio della pandemia, con Omicron non vale più. I sintomi sono sempre più leggeri fra giovani e giovanissimi. Ma la nuova variante è così efficiente nel contagiare da non fare più differenza tra adulti e bambini.

Il segreto è nel naso

L’università di Brisbane è andata a cercare risposta a una domanda che ci portiamo avanti dall’arrivo del coronavirus. Perché Sars-Cov2 si comporta diversamente nei più piccoli? I loro risultati sono pubblicati sulla rivista Plos Biology. La risposta si trova nel naso. “All’inizio della pandemia il naso dei bambini era meno accogliente per il virus rispetto a quello degli adulti” scrivono.

La dimostrazione è arrivata dai test in laboratorio, che hanno messo a contatto le cellule epiteliali del naso con le diverse varianti del virus. Non solo le cellule dei bambini hanno meno recettori Ace – le serrature che Sars-Cov2 sfrutta per entrare nelle cellule –  All’altezza del naso riescono anche a montare una risposta immunitaria più forte contro il virus, bloccando in molti casi l’infezione alla porta.

Omicron spariglia le carte

Neanche i superpoteri dei bambini riescono però a fermare Omicron. Con la variante attuale la risposta immunitaria nei piccoli nasi “è meno pronunciata” scrivono ancora i ricercatori australiani. E questo “concorda con l’aumento di infezioni pediatriche osservate da quando abbiamo Omicron”.

A febbraio ad esempio – dopo circa due mesi dall’arrivo della nuova variante – negli Stati Uniti i bambini rappresentavano il 5% di tutti i pazienti ricoverati per Covid. La percentuale era quadrupla rispetto alla media dei mesi precedenti.

I bambini contagiati come gli adulti (ma i sintomi restano lievi)

E’ vero che nel complesso la nuova variante dà una malattia più leggera di Delta, e i bambini continuano ad avere meno sintomi rispetto ai grandi (questo fenomeno è stato osservato anche nei cuccioli di furetto, che si ammalano meno rispetto agli esemplari adulti). Ed è vero anche che all’inizio di quest’anno la vaccinazione dei più piccoli stava muovendo solo i primi passi. Ma i test di laboratorio sulle cellule del naso di grandi e piccini confermano che una differenza esiste. Se le varianti fino a Delta hanno avuto difficoltà a contagiare l’organismo dei bambini (Delta nell’esperimento australiano era comunque capace di infettare le cellule molto di più rispetto alle varianti precedenti), oggi Omicron riesce a superare anche questa barriera. E in più è abile nello sfuggire agli anticorpi creati dai vaccini o dalle infezioni precedenti.

Ventiquattr’ore dopo aver messo a contatto le cellule epiteliali del naso con i coronavirus, i ricercatori notano che: “C’erano quantità maggiori di virus nelle cellule degli adulti infettate con Sars-Cov2 originario e con Delta rispetto alle cellule dei bambini. Con Omicron invece non c’era alcuna differenza fra adulti e bambini”.

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