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Allargare l’obbligo vaccinale anche alle forze dell’ordine e ai professori. Per bloccare il contagio tra i banchi di scuola, che corre veloce. E per difendere l’operatività di chi si occupa di sicurezza. Proprio agli agenti, infatti, l’esecutivo intende affidare un piano straordinario di controlli sotto la regia del Viminale, con l’obiettivo di verificare il rispetto delle nuove regole imposte con il Green Pass.
È un giorno di trattative serrate. L’esecutivo convoca le Regioni. “Sono ore delicate”, ammette Roberto Speranza, “nei prossimi giorni la priorità sarà evitare l’esplosione del contagio”. Assieme a Maria Stella Gelmini, ascolta i governatori chiedere un inasprimento del passaporto vaccinale. Alcuni – Campania in testa – pretendono che si superi il sistema a colori e si escludano da subito e ovunque i No Vax dalle attività ricreative (bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre). La regola sarebbe quella del 2G anche in zona bianca. Molto netti sono pure Lombardia, Liguria, Campania, Toscana e la Calabria di Roberto Occhiuto. “Restrizioni da subito – è la posizione – a prescindere dal colore delle Regioni”. Una strada, questa, che incontra il favore di Pd e Forza Italia, oltreché di Roberto Speranza, che spinge per un impianto rigido. Il più rigido possibile.
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La riunione serve però soprattutto ad ascoltare. Lo mette in chiaro il sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli. “Siamo tutti d’accordo che si debba andare verso un rafforzamento del Green Pass – sintetizza chiudendo il vertice – Potremmo farlo con progressività, in base all’andamento dei colori. O a prescindere dal colore”. Sarà Mario Draghi, riunendo oggi la cabina di regia, a trattare con le forze di maggioranza e tirare le somme. L’alternativa al 2G in zona bianca – che equivale a un bando totale dei No Vax da lunedì prossimo, ad eccezione dei luoghi di lavoro – è quella di legare le restrizioni al giallo (che verrebbe comunque ritoccato e reso più rigido) e ovviamente all’arancione.
Nel pacchetto dell’esecutivo, questo è già certo, entrerà anche l’obbligo di vaccinazione per i sanitari e per chi lavora nelle Rsa. E la riduzione della validità del Green Pass, oggi fissata a un anno. Si è ipotizzata una soglia di nove mesi, ma resta possibile una strada più radicale: sette mesi dalla seconda dose. Chi non si metterà a norma con il booster vedrà decadere il proprio passaporto vaccinale. Nel frattempo, il ministro della Sanità annuncia che si potrà accedere alla terza dose a 5 mesi dalla seconda (e non più dopo sei mesi). In stand by, ma comunque in corso di valutazione nonostante le resistenze di Matteo Salvini, anche la possibilità di far valere la carta verde per i minori di 11 anni.
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di
Viola Giannoli
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L’opzione di estendere l’obbligo di booster anche ai docenti e alle forze dell’ordine resta però lo snodo principale di queste ore. Una necessità, quella di “coprire” gli agenti, giustificata anche dalla distinzione tra vaccinati e No Vax. Sarà fondamentale, infatti, vigilare sull’effettivo rispetto delle regole. L’esecutivo pensa di raggiungere lo scopo varando un piano straordinario di controlli da affidare al ministero dell’Interno. Si vedrà la reazione della Lega, oggi, e poi nel Consiglio dei ministri di mercoledì. Ma è già evidente che un segnale di rigore serve anche a tutelare la stagione turistica, in particolare quella invernale, messa a repentaglio dalla quarta ondata.
Sullo sfondo, ma neanche troppo, resta il tema dell’obbligo vaccinale per il mondo del lavoro. La Confindustria è favorevole, come la Cgil. Lo stesso vale per Pd, Forza Italia e Coraggio Italia (che con Marco Marin ha congelato un ordine del giorno in questa direzione, ma solo in attesa di risposte chiare). E un ulteriore segnale è arrivato ieri dal partito di Silvio Berlusconi. “Chiediamo di valutare l’obbligo per categorie di lavoratori che operano a contatto col pubblico o per i cittadini che fruiscono di servizi pubblici, compresi i trasporti”. Ecco, anche quest’ultima opzione è sul tavolo di governo. Nonostante le resistenze del ministro Enrico Giovannini.