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Covid, via dal 16 dicembre ai vaccini sui bambini. La guida dell’Iss che smonta le fake news

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Dal 16 dicembre partiranno le vaccinazioni anti Covid per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Si inierà con i bambini con elevata vulnerabilità, con quelli conviventi con soggetti immunodepressi o con elevata fragilità al Covid. La platea totale è di 3,6 milioni di bimbi vaccinabili.

Il calendario prevede che già dal 13 dicembre si apriranno le prenotazioni. Il 15 verranno distribuite alle Regioni dalla struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo le prime dosi: 1,5 milioni di vaccini pediatrici. Il giorno dopo inizieranno le iniezioni. Le altre scorte arriveranno a partire invece da gennaio. 

Figliuolo ha invitato i governatori a valorizzare il ruolo di pediatri e prevedere punti vaccinali appositi, ovvero percorsi dedicati separati da quelli destinati agli adulti. La vaccinazione in età pediatrica, spiega il commissario, “implica un coinvolgimento particolarmente attivo delle famiglie”.  Si confida pertanto, aggiunge, “nell’azione proattiva delle strutture ospedaliere pediatriche e dei pediatri sul territorio che, con un’attività coordinata di informazione e consulenza, potranno fornire chiare risposte alle famiglie per mettere in sicurezza anche questa fascia di popolazione e restituirla alle normali dimensioni sociali”.

Per questo l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato un vademecum per rispondere ai dubbi principali dei genitori. Ecco le domande e le risposte che fanno chiarezza e il debunking delle fake news, ovvero lo smascheramento di notizie false in circolazione.

Le Faq dell’Iss

Quali sono gli effetti del Covid sui bambini?

Anche se in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute, tanto è vero che circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva. Anche nei casi (che sono la grande maggioranza) nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica, non è possibile escludere la comparsa di complicazioni quali la sindrome infiammatoria multisistemica (una malattia rara ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi), e quello che viene definito “long Covid”, e cioè la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo.

Che tipo di vaccino viene dato ai bambini nella fascia 5-11 anni?

Il vaccino pediatrico approvato dall’Ema: Pfizer-Biontech. Si tratta di un vaccino a mRna che ha lo stesso principio attivo di quello per gli adulti. Nel caso dei più piccoli però la dose è di circa un terzo rispetto a quella somministrata ai più grandi. La vaccinazione avviene in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra.

Cosa bisogna fare prima del vaccino?

L’Iss suggerisce di parlare con i bambini per spiegare loro cosa stanno per fare.

Bisogna dare antidolorifici ai bambini prima della vaccinazione?

No. L’Iss sostiene che non sia raccomandato dare farmaci antidolorifici prima della vaccinazione per cercare di prevenire eventuali effetti collaterali. Al medico vaccinatore vanno invece raccontati episodi di allergie, da farmaci, cibo o altro, avuti dal bambino.

E durante la vaccinazione?

Il bambino deve stare seduto o sdraiato.

E dopo il vaccino?

Verrà chiesto di attendere 15-30 minuti sotto osservazione prima di lasciare il centro vaccinale per monitorare l’eventuale comparsa di reazioni allergiche e, nel caso, poter intervenire tempestivamente.  

Quali sono i principali effetti collaterali?

Nel braccio dove è stata fatta l’iniezione potrebbero verificarsi dolore, rossore e gonfiore. Potrebbero inoltre manifestarsi sintomi quali stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, brividi, febbre e nausea. Tali sintomi sono generalmente di lieve entità e si risolvono nel giro di 1-2 giorni.

L’Iss smonta le fake news

È vero che i bambini non si ammalano di Covid e se si ammalano non muoiono, manifestano sintomi lievi e hanno bassa capacità di trasmettere il virus, e dunque vaccinarli è inutile?

No, non è inutile, dice l’Iss. Dall’inizio dell’epidemia, replica l’Istituto superiore di sanità con dati aggiornati al primo dicembre di quest’anno, nella fascia 6-11 anni ci sono stati oltre 263mila casi, 1453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in terapia intensiva e 9 decessi. Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita. Anche se in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute, sia nell’immediato si per conseguenze a lungo termine come nel caso del long Covid. Il vaccino si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione. “Nel beneficio di una vaccinazione – ricorda poi l’Iss – si deve inoltre considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.

È vero che il vaccino espone i bambini a rischi di effetti avversi?

Gli effetti collaterali esistono come per tutti i farmaci e i vaccini. Ma, spiega l’Iss, “la sicurezza dei vaccini anti Covid è monitorata continuamente dalle agenzie regolatorie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi avversi gravi è risultato molto raro”. Inoltre, sostiene l’Iss, “il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi-benefici da parte delle agenzie regolatorie: l’Ema, l’agenzia regolatoria europea sui medicinali ha concluso che il rapporto tra benefici e rischi è positivo anche per la fascia d’età 5-11 anni”.

È vero che il numero di bambini che hanno partecipato al programma di sviluppo clinico dei vaccini è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associata a vaccinazione

“Nei soggetti giovani (adolescenti e giovani adulti) è stato riportato un rischio aumentato di miocardite e pericardite, che rimane però estremamente basso, intorno ai 50 casi per milione dopo due dosi – spiega l’Istituto – Nella maggior parte dei casi, inoltre, tali manifestazioni hanno avuto un decorso assolutamente benigno. In generale nei bambini più piccoli si osserva un minore rischio di sviluppare queste patologie, e non sono stati segnalati casi durante i test clinici. Le informazioni di sicurezza oggi disponibili riguardano non solo i 3.000 bambini che hanno ricevuto il vaccino nell’ambito della sperimentazione clinica, ma comprendono anche i primi dati raccolti negli oltre 3 milioni di bambini di 5-11 anni già vaccinati negli Stati Uniti”.

I vaccini agevolano processi infiammatori che provocano cambiamenti nel sangue dei più piccoli?

“Non ci sono studi che hanno dimostrato una correlazione tra il vaccino e questo tipo di problemi”, replica l’Iss.

I vaccini indeboliscono il sistema immunitario ancora non sviluppato dei bambini?

Al contrario, spiega l’Iss: “Il sistema immunitario dei bambini è programmato per reagire a possibili pericoli già dalla nascita. Il vaccino anti Covid, così come gli altri, ‘insegna al sistema immunitario a riconoscere l’agente infettivo prima dell’effettiva esposizione, contribuendo così a rafforzarlo”.

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