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Una sentenza ritenuta dal Csm «abnorme» per violazione dei doveri di imparzialità e correttezza e indebito vantaggio di una parte: c’è questo dietro la condanna alla sanzione della censura inflitta al giudice barese 46enne Giuseppe Marseglia, recentemente trasferito dal tribunale alla Corte d’appello e componente del Consiglio giudiziario.