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A differenza dall’anno scorso, quest’anno il “Natale con i tuoi” può riguardare anche i parenti meno prossimi e gli amici. Con situazioni potenzialmente rischiose: ad esempio la presenza contemporanea di parenti anziani, e quindi più fragili, e di bambini che potrebbero essersi contagiati in classe. Tanto che in alcuni comuni, come Palau in Sardegna, i sindaci hanno appena imposto l’obbligo di Green Pass ai parenti che vengono invitati a pranzi o cene. Come conciliare l’atteggiamento rilassato delle feste con la minimizzazione del rischio di contagio per sé e per gli altri? Seguendo qualche buona pratica. «Meglio pochi accorgimenti chiari, ma da seguire con scrupolo e un pizzico di buonsenso, che una casistica minuziosa di comportamenti che si fatica a tenere a mente e può indurre all’errore»: questa è la ricetta pratica dell’infettivologa Cristina Mussini, direttrice della struttura di malattie dell’apparato respiratorio presso l’azienda ospedaliero-universitaria di Modena e in continua trincea contro il Covid in questi due anni.
Qual è l’accorgimento più importante per conciliare, durante le feste, socialità e salute?
“Innanzitutto il distanziamento: che non è da intendersi solo come distanziamento nello spazio – la distanza ideale è di due metri, a tavola può essere impossibile e quindi si può ridurre il requisito a un metro, ma nel resto della casa si dovrebbero rispettare i due metri – ma anche distanziamento nel tempo. Mi spiego: anche se abbiamo un appartamento poco spazioso, non significa che dobbiamo rinunciare a passare il Natale con i parenti. Basta suddividere i parenti: abbiamo tre occasioni principali di festa: la cena della vigilia, il pranzo di Natale e quello di Santo Stefano. Distribuiamo parenti e amici su queste tre occasioni conviviali, magari assicurandoci che i pazienti fragili partecipino nello stesso giorno, e che le persone più a rischio, come i ragazzi in età scolare, o gli adulti che viaggiano molto o sono a contatto con più persone durante la giornata, siano concentrate in un altro giorno”.
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Un parente vaccinato con la terza dose può essere invitato senza alcuna remora?
“Il fatto è che la variante Omicron si trasmette anche ai vaccinati. Abbiamo tanti focolai nei giovani, che per fortuna sono paucisintomatici. Oggi sono usciti i dati inglesi che mostrano che il rischio di infettività, con Omicron, rispetto a Delta è doppio, anche se c’è la metà del rischio di ricovero. Io vedo diversi esempi di ventenni o trentenni in ottima salute che, pur essendo guariti da tempo dall’infezione e avendo fatto le tre dosi del vaccino, si sono di recente ricontagiati con la Omicron. Insomma aver fatto la terza dose non basta: la maggiore certezza di non essere contagiosi è data dal tampone”.
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Tampone molecolare o tampone rapido?
“Il tampone rapido non è sensibile come il tampone molecolare, però è vero che il tampone rapido almeno permette di escludere che una persona sia altoviremica, ovvero che abbia un potenziale di trasmissione più alto. Certo, può essere molto difficile riuscire a farsi un tampone il giorno di Natale, considerando che in questi giorni le farmacie sono oberate di lavoro e le possibilità di prenotazione per i tamponi nei prossimi giorni ormai sono esaurite in molte città. In ogni caso, la soluzione più sicura, quando si partecipa a un pranzo o una cena, è aver fatto il tampone il giorno stesso. Nel caso del 25 dicembre possiamo comunque anche accettare un margine di rischio in più e farci andar bene un tampone del 24 dicembre”.
A quali sintomi bisogna stare attenti, oltre quelli “classici” che già conosciamo, come mancanza di gusto e olfatto, febbre e tosse?
“Visto che la variante Omicron, rispetto alla variante Delta, sembra dare sintomi più simili a un raffreddore, allora è meglio che chi ha questi sintomi eviti di partecipare a cene e pranzi. Soprattutto se al pranzo parteciperanno i cosiddetti “fragili”, ovvero anziani, trapiantati, pazienti oncologici, persone in forte sovrappeso e No Vax”.
In casa con i parenti dobbiamo tenere la mascherina? E quale?
“Durante queste occasioni in cui ci si ritrova con i parenti, e in tutti i momenti in cui si è in casa e non si sta mangiando a tavola, bisognerebbe che i più fragili indossassero la mascherina FFP2. Per tutti gli altri può andare bene la chirurgica: tanto se tutti hanno una mascherina, non ci sarà trasmissione del virus. Bisogna poi distribuirsi nella casa durante la giornata. Se si vuole chiacchierare con i parenti, lo si può fare a gruppetti: tre persone in cucina, altre tre in salotto e così via. In modo che si possa tenere un distanziamento consono”.
Per minimizzare i rischi di trasmissione del virus è meglio evitare di cantare?
“Direi che è meglio rimandare il “Tu scendi dalle stelle” all’anno prossimo. C’è un netto aumento dei contagi che sconsiglia di evitare gli azzardi”.
È meglio che nonni e nipotini non siano vicini?
“Se il nonno ha la mascherina FFP2 può abbracciare il nipotino. Poi magari però si dovrebbe disinfettare le mani”.
Se organizzo a casa mia una cena o un pranzo natalizio e ho un parente No Vax, come mi regolo?
“Non lo invito, non solo per proteggere gli altri, ma anche per proteggere il parente No Vax dal rischio di contagio”.
Se un genitore ha figli adolescenti che vogliono festeggiare il Capodanno con dei loro amici, dovrebbe consentirglielo?
“Dobbiamo tenere presente che, probabilmente, questa sarà la nostra vita per un bel po’ di tempo. Per cui non si può essere eccessivamente restrittivi e continuare a stravolgere il nostro stile di vita, anche se bisogna imparare a ridurre il rischio laddove ha più senso. Nel caso di figli giovani che festeggiano l’ultimo dell’anno con i loro amici, sarebbe molto auspicabile che fossero tutti vaccinati. Si possono poi dare ai figli alcuni consigli pratici come, ad esempio, non scambiarsi le sigarette con gli amici. Un comportamento rischioso in cui è facile cadere”.
Si può giocare a carte tutti insieme senza eccessivi timori?
“Sì. Ma con la mascherina. Il passaggio delle carte da una mano all’altra non è un grande problema, purché quando si è finito di giocare ci si ricordi di lavarsi le mani o almeno strofinarsele con il gel alcolico disinfettante”.
Il giorno di Natale meglio stare in casa o andare – come è tradizione per molte famiglie e gruppi di amici – al cinema?
“Il cinema va benissimo: i cinema adesso sono strasicuri, non solo per le misure anti Covid che hanno messo in atto, ma anche perché molti sono troppo spaventati per andare al cinema e quindi molte sale sono pressoché deserte”.
A tavola a cosa dobbiamo fare attenzione?
“Direi, più che altro, agli alcolici. Meglio non eccedere, così che si possa rimanere vigili su questioni importanti come l’uso delle mascherine e il distanziamento”.