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Dati settimanali, un quarto di casi in più. Gli esperti avvertono: “Manteniamo l’obbligo di mascherina sui trasporti”

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Dopo quasi due mesi di discesa, torna a salire il numero delle infezioni da coronavirus. In una settimana l’aumento è stato di oltre un quarto, cioè del 26% visto che si è passati da 114.426 a 144.333 nuovi positivi. Potrebbe trattarsi, dicono gli esperti, dell’effetto della sottovariante Omicron 5, della quale si conoscerà la reale circolazione questa settimana, con la pubblicazione della “flash survey” dell’Istituto superiore di sanità. Ci vorranno alcuni giorni per capire se l’inversione di tendenza porterà a una risalita della curva duratura oppure no. Questa settimana è anche quella nella quale si decide cosa fare con le mascherine al chiuso, cioè a scuola sui mezzi pubblici, in cinema e teatri.

“Non togliere l’obbligo di mascherine sui mezzi”

Sulla scuola ci sarà una riunione oggi al Miur tra il ministro alla Salute Roberto Speranza e quello all’Istruzione Patrizio Bianchi, per decidere se cambiare le regole per la maturità. La legge sull’obbligo scade il 15 giugno e i tecnici che consigliano il ministero alla Salute hanno detto a Speranza che in particolare sui mezzi pubblici, dagli aerei, ai treni ai bus, andrebbe tenuto l’obbligo, anche alla luce dell’andamento dell’epidemia. Il ministro si farà portatore della posizione con il governo, che potrebbe così prolungare, magari di un mese, l’obbligo solo a bordo dei trasporti pubblici. Uno dei consulenti del ministro, Walter Ricciardi, del resto spiega che “oggi Omicron è probabilmente l’organismo più contagioso sulla terra. La mascherina è importante, fondamentale, negli ambienti chiusi. Deve essere fortemente raccomandata e in alcuni casi, come quello del trasporto pubblico, andrebbe mantenuto l’obbligo”. Anche altri tecnici, di quelli che vengono ascoltati dal ministero, hanno espresso una posizione simile. Il governo deciderà cosa fare tra oggi e domani.

Lombardia, Veneto ed Emilia a +40%

C’è solo una Regione dove la circolazione del virus continua a rallentare, la Calabria, dove i casi passano da 4.094 a 3.436 (-658, -16%). Tutte le altre sono in crescita, e tra queste tre grandi realtà salgono del 40% o più. Ecco i dati. Il Friuli Venezia Giulia passa da 1.758 a 2.691 casi (+933, +53%), la Lombardia da 14.286 a 20.403 (+6.117, +42,8%), il Molise 462 a 649 (+187, +40,4%), l’Emilia-Romagna da 8.419 a 11.819 (+3.400, +40,3%), il Veneto da 8.922 a 12.501 (+3.579, +40,1%), la Liguria da 2.620 a 3.616 (+996, +38%), la Provincia di Bolzano da 996 a 1.311 (+315, +31,6%), il Piemonte da 5.652 a 7.300 (+1.648, +29,1%), le Marche da 2.646 a 3.414 (+768, +29%), la Valle d’Aosta da 165 a 212 (+47, +28,4%), la Toscana da 6.261 a 7.927 (+1.666, +26,6%), il Lazio da 15.485 a 19.161 (+3.676, +23,7%), la Puglia da 7.562 a 9.221 (+1.659, +21.9%), la Sicilia da 11.539 a 14.043 (+2.504, +21,7%), l’Umbria da 2.325 a 2.810 (+485, +20,8%), la Sardegna da 4.426 a 5.229 (+803, +18,1%), la Provincia di Trento da 705 a 832  (+127, +18%), l’Abruzzo da 2.910 a 3.344 (+434, +14,9%), la Basilicata da 1.032 a 1.131 (+99, +9,5%), la Campania da 12.161 a 13.283 (+1.122, +9,2%).

Meno di 200 in terapia intensiva

L’aumento dei contagi non ha effetto sull’andamento dei ricoveri. Un po’ perché ci vuole qalche giorno prima di vedere gli effetti della crescita dei contagi sugli ospedali, un po’ perché Omicron è una variante che difficilmente provoca casi gravi. Ieri negli ospedali italiani erano ricoverati in tutto 4.301 pazienti Covid contro i 4.629 di domenica scorsa. In sette giorni si sono liberati 328 letti, cioè il 7%. La settimana scorsa il calo era stato più forte, del 15,7%. Per quanto riguarda le sole terapie intensive, ieri ospitavano 183 persone, contro le 218 di domenica scorsa. In questo caso i letti occupati sono 35 in meno, il 16%. Tra l’altro non si scendeva sotto i 200 letti di rianimazione occupati dal luglio 2021.

Aumentano le morti

Ieri il numero dei decessi è arrivato a 167.391. In una settimana hanno perso la vita 442 persone, di più dei sette giorni precedenti, quando le morti erano state 380.

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