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Detenuta a 85 anni a San Vittore per aver occupato la casa. Il Garante dei detenuti di Milano: “Finita l’umanità”

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In cella a San Vittore a 85 anni per scontare una condanna definitiva di otto mesi di carcere inflitta per occupazione abusiva di un alloggio. La denuncia arriva dall’associazione Antigone, che sottolinea in una nota come “nonostante il reato non sia di grande pericolosità sociale e la pena di brevissima durata, la donna è stata tuttavia condotta nel carcere del capoluogo lombardo. Ad aggravare la situazione il fatto che la signora non è autosufficiente, richiedendo perciò un’assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori”.

Il Garante dei detenuti del comune di Milano Francesco Maisto, che ha incontrato la donna questa mattina durante una visita in carcere, ha riferito che “la signora non era in grado di dire quanti anni aveva, non si orienta nello spazio e nel tempo, non parla, è di una gracilità assoluta”. Sempre il Garante, che ha inviato una segnalazione sulla vicenda al tribunale di sorveglianza di Milano, così come ha fatto anche la direzione del carcere di San Vittore, ha aggiunto: “Questa situazione è al limite dell’assurdo, è disarmante. E’ finita l’umanità di questi tempi, nessuno l’ha proprio guardata in faccia questa detenuta“. 

La donna si trovava in detenzione domiciliare per scontare la sua condanna definitiva che terminerà il prossimo 23 maggio. A seguito di un controllo in cui non è stata trovata in casa, la procura di Milano le ha revocato il decreto di sospensione dell’esecuzione della pena. L’anziana è quindi ritornata in carcere due settimane fa con un provvedimento eseguito lo scorso 27 settembre.

“La vicenda – sottolinea Valeria Verdolini, responsabile della sede lombarda di Antigone – investe due questioni: la sempre maggior frequenza con cui persone anche ultrasettantenni o ultraottantenni entrano in carcere, e la questione centrale della residenza, che impedisce una vera e propria presa in carico da parte dei servizi, lasciando al penitenziario l’onere di gestione residuale. La richiesta che facciamo è che per questa anziana donna si trovi il prima possibile una soluzione che le consenta di scontare la pena in un luogo più confacente e sicuro, per la sua età e le sue condizioni di salute”.

Al 30 giugno scorso, riferisce l’associazione, si contavano 1.065 detenuti che hanno più di 70 anni, “rappresentando questi quasi il 2 per cento della popolazione detenuta. Un numero – osserva il presidente di Antigone Patrizio Gonnella – che negli anni recenti è in costante crescita. Serve grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione”. 

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