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Difende monopattino e lo uccidono, 19enne accoltellato alla stazione di Tortona

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Volevano rubargli il monopattino elettrico. Lui lo ha difeso e lo hanno accoltellato. Ange Jordan Tchombia, solo “Jordan” per tutti, 19 anni, è morto in strada davanti alla stazione di Tortona, in provincia di Alessandria. Era arrivato in Italia lo scorso aprile. Viveva in un centro di accoglienza a Isola Sant’Antonio. Lo hanno colpito al petto con un coltello, la lama si è spezzata dentro il petto del giovane. È morto in ospedale.

Jordan si portava addosso il trauma di avere visto morire il fratello in Libia. «Mi fa male la Libia», diceva. Lui era riuscito a fuggire dalle torture, dagli abusi, dagli stenti. Con l’aiuto di uno psicologo del centro di accoglienza, il giovane stava partecipando a un progetto psico educativo. Voleva trovare un lavoro, rendersi utile. E intanto provava a superare quel trauma. Il fratello lo vedeva ancora durante gli incubi notturni. Si dava la colpa di non essere riuscito a salvarlo.

Dopo le sofferenze patite in Libia stava provando a ricostruire la sua vita qui, a reagire. Era andato a distribuire dei curriculum quando è stato ucciso. Assieme a lui c’era un altro ospite del centro: erano entrati in un bar per fotocopiare i curriculum. Avevano lasciato il monopattino fuori dal bar. A un certo punto Jordan si è accorto che dei ragazzi lo stavano portando via. Li ha inseguiti, c’è stata una lite, uno di loro ha tirato fuori il coltello. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno fermato come sospettato un 24enne, cittadino marocchino, ma la sua posizione è ancora al vaglio del pm. Intanto le indagini proseguono anche con l’acquisizione delle immagini delle telecamere di sicurezza.

“Ci ha avvertito un nostro collaboratore – ha raccontato Remo Grasso, direttore della struttura di accoglienza – Mentre passava vicino alla stazione Ange Jordan è stato aggredito da chi cercava di rubargli il monopattino. Una coltellata l’ha colpito al petto, dall’ospedale ci hanno poi detto che era morto. Purtroppo, tutti sanno che alla stazione di Tortona c’è da tempo una situazione di degrado”.

Sebbene fosse arrivato da neanche un anno in Italia parlava già molto bene l’italiano e lo preferiva al francese per dialogare con gli operatori del centro. “Ci siamo stupiti del fatto che fosse arrivato con un’ottima scolarizzazione – prosegue Grasso – era molto invogliato a studiare, aveva appena superato il livello A2”. A Jordan studiare piaceva tantisismo. Oggi doveva andare a lezione dopo aver distribuito i curriculum.

Qualche giorno fa in auto con gli operatori del centro si era messo a cantare in italiano. Nel suo paese era un pugile, aveva partecipato anche ad alcune competizioni. Il responsabile del centro aveva già preso contatti con una palestra perché Jordan ripeteva di voler riprendere a fare pugilato. In questi giorni avrebbe dovuto fare la visita medica per procedere con l’iscrizione. “Siamo riusciti a prendere un contatto con alcuni familiari del Camerun – conclude Grasso – chiederemo loro se preferiscono che salma venga portata lì”.

 

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