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Diritto di tribuna, cosa è e quando è stato usato

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Cosa è. Il diritto di tribuna viene proposto agli esponenti di liste minori, per le quali non si ha la certezza di superare lo sbarramento del 3 per cento previsto dal Rosatellum, la legge elettorale in vigore, di essere candidati in uno dei partiti o liste che invece sicuramente supereranno tale soglia. E’ di fatto un paracadute per i candidati che altrimenti resterebbero esclusi dal Parlamento.

Perché è stato offerto. In seguito all’intesa di ieri tra Enrico Letta e Carlo Calenda, nessun leader dell’alleanza dei Democratici e Progressisti potrà presentarsi nei collegi uninominali. E’ stata una delle condizioni poste dal leader di Azione per evitare che i suoi dovessero trovarsi a votare direttamente nomi non graditi come quello di Luigi Di Maio (Ic), Nicola Fratoianni (Si) o Angelo Bonelli (Ev). A questo punto agli esponenti di questi partiti non sarebbe rimasto che superare la soglia del 3 per cento. La proposta del segretario dem di offrire il “diritto di tribuna” ai leader esclusi dai collegi uninominali risponde dunque alla necessità che anche i partiti più piccoli possano godere comunque di seggi.

I precedenti. Come ricorda il costituzionalista Stefano Ceccanti, il diritto di tribuna fu usato alle ultime elezioni politiche nel 2018, proprio con +Europa che mancò il tre per cento per poco, ma ebbe eletti nella parte uninominale. Oggi, come detto, si tratta di recuperare i candidati in una delle liste maggiori che vengono presentate al proporzionale. L’altro precedente risale al 2006, quando candidati dell’Udeur di Mastella vennero presentati nelle liste dell’Ulivo alla Camera. C’è da ricordare però che il sistema elettorale vigente allora, proporzionale con premio di maggioranza, era differente da quello attuale.

Le polemiche. Il diritto di tribuna proposto dai dem pone diverse criticità e contraddizioni politiche, come quella di Luigi Di Maio costretto a candidarsi sotto le insegne di partiti come quello democratico, criticato anche aspramente in passato. Inoltre il listone sarebbe riservato ai soli leader di partito, quindi non ci sarebbe che spazio per Di Maio stesso e Tabacci. Una proposta che ha creato molte tensioni negli ex Cinque stelle confluiti in Impegno civico e peraltro già rifiutata da Verdi e Sinistra italiana

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