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La procura di Roma non aveva firmato alcun mandato di perquisizione. E a quanto pare neanche i superiori dei quattro agenti che lo scorso 25 luglio hanno bussato alla porta di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato dalla finestra poco dopo l’intervento dei poliziotti del commissariato romano di Primavalle.
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I magistrati coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi stanno comunque passando a setaccio ogni documento, relazione di servizio o atto inerente la vicenda. Si indaga per tentato omicidio, perché a prescindere dalla veridicità della ricostruzione offerta dalla famiglia della vittima, ancora incosciente e non in grado di fornire la sua versione dei fatti, il fatto resta grave.
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O qualcuno ha gettato volontariamente Hasib dalla finestra oppure il ragazzo si potrebbe essersi lanciato per sfuggire a un pestaggio. Cambia poco. L’indagine del pmStefano Lucianie dell’aggiuntoMichele Prestipinoè partita subito, prima ancora che l’esposto arrivasse in procura.
Si scava anche nel passato della famiglia e sono stati già ascoltati tutti i vicini di casa. Al momento non sembrerebbero emergere episodi di maltrattamenti in famiglia.
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Difficile ricostruire cosa sia accaduto in quell’appartamento della periferia romana, tra le case popolari di cui aveva usufruito anche la famiglia Omerovic. L’unica testimone oculare, oltre agli agenti, è la sorella della vittima, disabile. Sono in corso accertamenti per capire in che stanza fosse al momento dei fatti e quindi cosa possa aver visto.
Per questo stanno studiando la posizione nelle stanze di tutte le persone presenti all’interno dell’appartamento, potendo quindi mettere a confronto le diverse dichiarazioni. I quattro agenti ancora non sono stati ascoltati, ma in mano alla procura ci sarebbero già alcune relazioni di servizio.