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Le parole giuste per raccontare l’essere umano. Nessuna differenza, nessuna distinzione, in sostanza nessun pregiudizio.
Non “diversamente abile” o “disabile” ma “persona con disabilità”; non “cieco” ma “persona non vedente”; non “mongoloide” ma “persona affetta da sindrome di Down”. Le parole giuste sono quelle che descrivono nel modo appropriato la disabilità, un’esigenza che diventa imperativo nella Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, voluta dall’Onu nel 1992 e ancora oggi carica di significato e di valori non sempre condivisi, soprattutto tra i giovani e nel mondo dei social dove impazzano i cosiddetti “meme black humor”.
Da qui l’esigenza di Intesa Sanpaolo di scrivere un vero e proprio vademecum dal titolo “Le parole giuste. Media e persone con disabilità” sulle parole più appropriate da usare. Un’idea che nasce dalla “Disability Language Style Guide” realizzata dal Media Center for National Center on Disability and Journalism dell’Arizona State University.
Grazie alla guida di Intesa Sanpaolo, giornalisti, uomini della comunicazione, manager, professionisti ma anche rappresentanti del terzo settore saranno messi nelle condizioni di maneggiare le parole più appropriate, quelle che raccontano senza offendere.
Accanto a queste anche una serie di linee guida che aiutano a trattare il tema della disabilità senza pregiudizi. Tra queste l’indicazione di citare la condizione di disabilità di una persona solo se rilevante per i fatti, di non riportare nei virgolettati termini non corretti utilizzati da eventuali intervistati, ma soprattutto di essere naturali senza cadere nei modi di dire.
“Il linguaggio – spiega nella guida Stefano Lucchini, Chief institutional affaris and external communication office di Intesa Sanpaolo – è un vettore fondamentale per riconosce, comprendere e apprezzare le specificità di ogni persona. L’aspirazione di questa Guida è favorire il più possibile una trattazione consapevole dell’argomento disabilità facilitando l’utilizzo di termini più rispettosi”.
Dalla dislessia alla cecità, dalle malattie genetiche alla disabilità dovuta a un incidente, dalla balbuzie all’autismo, il lessico giusto riportato nella Guida aiuta a mettere le persone al primo posto. “People first”, ovvero l’individuo prima della sua disabilità. Un dovere per tutti da rispettare non solo in questa giornata di sensibilizzazione internazionale.