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La maggioranza inciampa sul dl Lavoro. E scoppia il caos. Poi, il centrodestra corre ai ripari e il provvedimento viene salvato in calcio d’angolo. Tutto è iniziato in tarda mattinata, quando la seduta della commissione Bilancio del Senato è stata sospesa dopo che il voto sul pacchetto di emendamenti al decreto è finito in pareggio. Il centrodestra, infatti, non ha incassato il via libera sperato e il risultato finale della votazione è stata di 10 senatori di maggioranza a favore (assenti gli esponenti di Forza Italia) e altrettanti di opposizione contrari. Poiché manca il parere necessario per esaminare nell’Aula di Palazzo Madama le nuove proposte di modifica presentate stamattina, la seduta della commissione è stata sospesa ed stata convocata una conferenza dei capigruppo per decidere come proseguire i lavori.
Italia viva ha giocato la sua partita contro il decreto mandando in tilt la maggioranza. Che aveva chiesto al partito di Matteo Renzi una mano per riequilibrare il numero vista le assenza di due senatori forzisti. Sarebbe bastato che la senatrice Silvia Fregolent si assentasse al momento del voto e invece ha votato no insieme alle altre opposizioni.
Alla fine il via libera dalla commissione Bilancio al parere modificato sui 12 emendamenti, in parte ritoccati, presentati dalla relatrice, Paola Mancini (FdI) al decreto lavoro, è arrivato. Le forze di governo hanno accettato di modificare la norma. È stata ritirata la proposta di stanziamento di 1 milione per la comunicazione istituzionale ed è stata rivista la scala di equivalenza dell’Assegno di inclusione (Adi). La maggioranza ha votato a favore, Pd e Az-Iv si sono astenuti mentre M5S e Avs hanno votato contro. Il provvedimento torna in Aula e non si esclude una seduta notturna.
La Russa: “In ritardo per un cocktail di compleanno”
“È stato un incidente di percorso, un ritardo di cinque minuti che ha provocato una serie di reazioni. Ciò non impedisce di dire che ho raccomandato sia i gruppi sia i rappresentanti del governo di trovare dei modi per cui non si debba sempre arrivare con l’acqua alla gola sugli emendamenti e sui tempi e spero che il mio richiamo a tutti abbia qualche esito positivo”, ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, interpellato sulla mancata approvazione degli emendamenti al dl lavoro in commissione da parte della maggioranza, a margine di un convegno a Palazzo Madama. “Tutto è nato – ha aggiunto – perché c’era un cocktail di compleanno”, riferendosi al senatore Damiani.
L’attacco di Schlein e Conte
“La maggioranza non sta in piedi”, attacca Elly Schlein. “Il dl Lavoro prosegue la segreteria del Pd – era una delle bandiere programmatiche del governo Meloni. Oggi le forze di maggioranza non riescono nemmeno a garantire che gli emendamenti della relatrice siano approvati.È un provvedimento sbagliato, che va cambiato, e noi continueremo ad opporci a norme che aumentano precarietà e povertà. La verità è che questo esecutivo non sta in piedi, incapace di passare dalla propaganda ai fatti”.
Tajani: “Incidente di percorso, in FI nessuna divisione”
Quanto accaduto in commissione, sostiene Antonio Tajani, coordinatore di FI, “è stato solo un incidente di percorso, una tempesta in un bicchiere d’acqua” e non certifica alcuna divisione all’interno del partito o significato. “Era arrivato in ritardo un parere – ha spiegato Tajani parlando con i giornalisti a Londra – I senatori di Forza Italia avevano chiesto un rinvio di 15 minuti, quando sono arrivati si era appena votato”. Sono incidenti che capitano, sottolinea il ministro degli Esteri, “non dovrebbero capitare, ma nulla di preoccupante, nessun messaggio, nessuna divisione. Lasciamo l’opposizione chiacchierare.Dovrebbe essere più preoccupata dei problemi che ha”.
Conte: “Governo Meloni allo sbando”
“Le ultime 24 ore di un governo Meloni allo sbando”, chiosa su Facebook il leader del M5S Giuseppe Conte. “Dimezzano i fondi per i risarcimenti dei gravi infortuni sul lavoro. Non appena lo denunciamo, provano frettolosamente a fare retromarcia. Il ministero diGiorgetti elogia la riforma del Mes e il governo Meloni, in imbarazzo dopo le bugie raccontate in pandemia, continua a rinviare le decisioni”. Poi, aggiunge; “Sul decreto Lavoro, in realtà decreto Precariato, l’esecutivo non ha nemmeno la maggioranza in commissione Bilancio al Senato sui suoi stessi emendamenti. Parliamo del provvedimento che fa cassa su chi è in difficoltà, dimezzando la platea delle persone in difficoltà economica che ora saranno protette dallo Stato. In mezzo a questo caos, il carovita sottrae 61 miliardi dal conto corrente degli italiani e Meloni, che prometteva 1000 euro con un click a tutti durante il Covid, resta a guardare. È un Governo incapace, inutile e dannoso”.
Polemico anche Stefano Patuanelli, capogruppo dei 5S al Senato: “Lo stato comatoso continua…”. Ma la relatrice del dl lavoro, Paola Mancini di FdI, replica: “È stato un incidente che non doveva accadere, ma rimediamo pure a questo”. E fa sapere che sarà presentato’ un nuovo parere del Mef che sarà posto in votazione in commissione, così da poter riprendere i lavori.
Il Pd: “Maggioranza divisa”
Dal Pd Antonio Misiani, responsabile economico dei dem, attacca: “Maggioranza divisa e schiantata contro un muro. Decisiva l’assenza dei senatori di Forza Italia. Aula bloccata. Dilettanti allo sbaraglio”. E Daniele Manca e Beatrice Lorenzin, esponenti dem in commissione Bilancio al Senato, sottolineano: “Questo era un provvedimento simbolo, ma si è trasformato nel primo grande fallimento di questa maggioranza”. Dello stesso avviso il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Francesco Boccia, secondo cui il centrodestra è “nel caos”. “Non si può fare finta di niente -dice Boccia – non esiste il voto pari, un emendamento è respinto se non c’è voto in più e quindi oggi la Commissione ha bocciato gli emendanti”.
Ma, aggiunge, “il tema è anche di merito, oggi la maggioranza e il governo cercavano di porre toppe peggiori del buco sull’indice di equivalenza, sugli infortuni sul lavoro, sul lavoro gratuito, sull’utilizzo dei lavoratori che prendevano un tempo il reddito di cittadinanza. Tutti temi che abbiamo contestato e sui quali non sono state accolte le nostre proposte, poi maggioranza e governo hanno rabberciato idee per colmare queste lacune. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oggi sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza, non è possibile riproporli e non è più possibile tollerare il regolamento à la carte“.
Calenda: “Se questo è l’esordio di FI post Berlusconi…”
Su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda, commenta: “Uno spettacolo davvero poco edificante. Con tentativi della maggioranza di spiegare che no ‘non siamo andati sotto’. La verità è più semplice di così: un pezzo di Forza Italia ha voluto dare un messaggio. Se questo è l’esordio del dopo Berlusconi la maggioranza rischia il caos”.
E Raffaella Paita, capogruppo di Italia viva-Azione osserva: “Dopo aver annunciato il più grande taglio del cuneo fiscale della storia non hanno i numeri in commissione per votarlo. Sarà perché non era affatto il più grande taglio del cuneo della storia? Oppure perché litigano su tutto?”.
Fratoianni: “Dal governo propaganda e confusione”
Interviene anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e parlamentare di Avs. “Prima tagliano i fondi per le famiglie delle vittime degli omicidi sul lavoro – dice – poi appena questa vergogna viene denunciata dalla stampa, annunciano di fare precipitosamente marcia indietro. Poi il pasticcio sul Mes e infine la destra non riesce nemmeno ad approvare i propri emendamenti. Un governo ed una maggioranza in attività propagandistica permanente ma in confusione perpetua e che non riesce a dare alcuna risposta ai problemi reali del Paese”.