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Giuseppe Conte a colloquio un’ora con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale. L’incontro è stato fissato ieri dopo una telefonata tra il leader del M5S e il capo dello Stato legata al dossier difesa e spese militari. La notizia ha fatto salire la tensione nella maggioranza di governo, dopo il faticoso braccio di ferro con il presidente del Consiglio Mario Draghi sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Ma soprattutto all’interno del fronte giallorosso dopo che Conte via Instagram ha chiesto al Pd ‘rispetto’ sostenendo che i 5 Stelle non sono la “succursale di un’altra forza politica”. Terminato il colloquio con Mattarella, che si è svolto “in un clima disteso e costruttivo”, come fanno sapere fonti del Quirinale, il leader 5S ha riferito: “Continueremo a dimostrare grande responsabilità verso il paese nel continuare a sostenere il governo, ma non rinunciamo alle nostre posizioni: che nessuno si permetta di parlare di bandierine o di polemiche strumentali noi poniamo questioni politiche che riguardano la vita dei cittadini. Ho chiesto maggiore condivisione nel governo sul tema delle armi. Ho detto che il M5S è il partito di maggioranza relativa e pone questioni politiche: abbiamo mostrato responsabilità nel periodo più duro della pandemia e continueremo a dimostrare grande responsabilità”. Poi ha annunciato: i 5 stelle che hanno votato contro la fiducia sul Dl Ucraina sono “fuori dal movimento. Su questo decreto – ha spiegato alla trasmissione Iceberg su Telelombardia – la linea è stata subito chiara. Siamo stati favorevoli alle sanzioni e con maggior sofferenza agli aiuti militari. Chi ha votato contro la fiducia a questo decreto è fuori dal Movimento“.
Tornando al colloquio con Mattarella ha fatto sapere di aver “rappresnetato al presidente della Repubblica la situazione del Paese, che sta soffrendo ed è in grande difficoltà. Noi che abbiamo responsabilità politiche dobbiamo costruire un sistema di interventi che non possono essere rinviati. Più tardi si interverrà e la sofferenza può tramutarsi in famiglie che non arrivano a fine mese e saracinesche che si abbassano”, ha detto Conte che ha convocato in serata il Consiglio nazionale del M5S nella sede del Movimento con i vicepresidenti, i capigruppo di Senato e Camera, i coordinatori dei quattro comitati previsti dallo Statuto, il capodelegazione al governo e il capodelegazione europeo del Movimento.
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di
Matteo Pucciarelli
La posizione del Movimento il leader l’aveva già spiegata in una diretta Istagram qualche ora prima assicurando di non avere intenzione di uscire dal governo “ma vogliamo dialogare con buonsenso, senza strumentalizzazioni e vogliamo il rispetto a partire da tutte le altre forze politiche”. Poi ha parlato dell’alleanza con il Pd che “va avanti da tempo, abbiamo lavorato insieme e sperimentato un pacchetto importante di riforme” spiega il capo del M5S lanciando però un avvertimento: “È chiaro però che io pretendo rispetto e dignità. Non posso accettare accuse di irresponsabilità. Non funziona così: non siamo la succursale di un’altra forza politica, non siamo succedanei di qualcuno”. E ancora: “Non accetto che ogni volta che poniamo una questione politica ci si accusa di volere una crisi governo. Vogliamo il rispetto da tutte le forze politiche”. Dopo il colloquio con Mattarella ha aggiunto: “Con Letta ci siamo sentiti ieri, ci continueremo a sentire, ci confrontiamo come persone per bene, molto serie. Ciò non toglie che c’è un aspetto politico: dobbiamo rispettarci a vicenda, noi rispettiamo gli altri e pretendiamo di essere rispettati”. I toni si sono alzati anche discutendo sulle spese militari: “Stasera Guerini sostiene che la data del 2028 per raggiungere il 2% del Pil destinato alle spese militari non è stata frutto di una mediazione. Ieri invece il Pd ha sostenuto che si è trattato di una grande mediazione portata avanti dal partito di Letta. Un cortocircuito imbarazzante. Ormai si dice tutto e il contrario di tutto pur di non riconoscere il risultato della battaglia di Giuseppe Conte e del Movimento per spalmare gli investimenti per le spese militari ben oltre il 2024”, è quanto filtra da fonti del Movimento.
Tra i dem è intervenuta la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi, che ha cercato di abbassare i toni: “Non è il momento delle polemiche, il Pd ha lavorato per tenere unita la maggioranza, perché è fondamentale sostenere l’azione del governo Draghi. Oggi abbiamo approvato un provvedimento importante per la difesa dell’Ucraina e aiutare le donne e i bambini di quel paese a scappare dalla guerra”. Più dura la reazione del dem Matteo Orfini: “Abbiamo costruito noi, il ministro Guerini per primo, la soluzione al problema: Conte non venga a parlarci di mancanza di rispetto. Letta e Guerini hanno avuto fin troppa pazienza, sicuramente più di quanta ne avrei avuta io…”.
Durante la diretta social il presidente del M5S si è soffermato sui giorni complicati che il Movimento sta attraversando: “Stiamo subendo varie accuse di essere irresponsabili, di volere una crisi di governo e di far perdere credibilità all’Italia a livello internazionale: sono accuse molto gravi e nascono dal fatto che noi vogliamo chiarire un passaggio fondamentale sugli investimenti militari nel quadro della Nato. Accusarci di una crisi dei governo è un ricatto. Ogni volta che il M5S pone una questione viene accusato di volere una crisi”. Per Conte la “soluzione politica per il conflitto in Ucraina vuol dire: pace, pace, pace. Serve una soluzione pacifica che riconosca il diritto all’autodeterminazione dell’Ucraina. Mi sono state rivolte accuse di essere filoputiniano. Noi abbiamo condannato fermamente l’aggressione militare della Russia e subito chiarito che siamo con l’Ucraina: perché allora si gioca sporco in politica e si approfitta di avere delle buone entrature con i media per scrivere queste fandonie? – ha tuonato il leader 5S – Purtroppo si cerca di denigrare l’avversario, non si rispetta l’avversario per le posizioni che assume. Il mainstream vuole schiacciare me e il movimento, vogliono costringerci al silenzio, ma hanno sbagliato di grosso. Non ci silenzieranno mai”.