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Dopo l’arresto del CEO Durov, Telegram comincerà a lavorare sulla moderazione delle chat

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L’arresto del CEO di Telegram Pavel Durov sta iniziando ad innescare le prime conseguenze sulla nota app di messaggistica. Nelle scorse ore, infatti, così come ha riportato The Verge, Telegram, senza alcun annuncio, ha modificato in una pagina FAQ il passaggio in cui si affermava che le chat private fossero protette ed esenti dalle richieste di moderazione. In realtà, come scopriremo a breve, le chat private sono ancora esenti da moderazione. Inoltre, lo stesso Durov, sul suo canale, ha lanciato un messaggio. Scopriamo cosa sta accadendo.

Oltre alla rimozione del passaggio sulle chat private, alla FAQ “Ci sono contenuti illegali su Telegram. Come faccio a rimuoverli?”, l’app evidenzia che “le chat di Telegram hanno pulsanti ‘Segnala’ che ti consentono di segnalare contenuti illegali ai nostri moderatori, in pochi tap”. 

In passato, invece, la stessa FAQ era così formulata: “tutte le chat di Telegram e le chat di gruppo sono private tra i loro partecipanti. Non elaboriamo alcuna richiesta relativa a esse”. Tantissime testate in tutto il mondo hanno battuto la notizia affermando appunto che le chat private sarebbero d’ora in avanti state moderate.

Telegram si è vista obbligata a rilasciare una dichiarazione. Un portavoce della società ha scritto a The Verge, probabilmente il primo portale a riportare la notizia, cambiando un po’ le carte in tavola. Ecco la dichiarazione di Remi Vaughn di Telegram in lingua originale:

On Telegram you could always report messages from any group to moderators, this acts like forwarding. Private chats are still private too – although you could always report a new incoming chat to moderators by using Block > Report. Anyone can check Telegram’s open source code and see there were no changes.

Il passaggio più importante è quello che accenna appunto alle chat private, che rimangono (e rimarranno?) private a tutti gli effetti. A riconferma di quanto detto dal portavoce, il codice di Telegram, che è open source, è rimasto immutato.

Per quanto riguarda le dichiarazioni di Durov, il CEO ha annunciato maggiore moderazione sui contenuti: “Mi sono prefissato l’obiettivo personale di garantire che un miglioramento significativo della situazione. Abbiamo già avviato questo processo internamente e condividerò con voi maggiori dettagli sui nostri progressi molto presto”.

Lo stesso Durov, poi, ha spiegato che “L’improvviso aumento del numero di utenti presenti su Telegram a 950 milioni ha causato dei problemi che hanno reso più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma”.

Infine, ha chiarito che “Siamo pronti a lasciare i mercati che non sono compatibili con i nostri principi, perché non lo stiamo facendo per soldi. Siamo guidati dall’intenzione di portare il bene e difendere i diritti fondamentali delle persone, in particolare nei luoghi in cui questi diritti sono violati”.

In attesa dell’evoluzione di Telegram, vi consigliamo la lettura di alcuni dei nostri approfondimenti dedicati alla nota app di messaggistica così da sfruttarne pienamente il potenziale

 

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