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Dopo Toti e Signorini, anche Spinelli dice sì al patteggiamento: accordo con i pm su una pena 3 anni e 2 mesi e confisca di 400mila euro

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Di buon mattino i suoi legali erano già in Procura, per chiudere un accordo che ieri sera sembrava tornato in bilico. Nell’ultimo giorno possibile, a poche ore dalla scadenza dei termini, Aldo Spinelli segue le orme dei suoi due coimputati Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini, e trova l’accordo per il patteggiamento con i pm Federico Manotti e Luca Monteverde.

In base all’intesa raggiunta dagli avvocati di scio’ Aldo (Alessandro Vaccaro, Andrea Vernazza, Francesca Pastore), l’imprenditore 84enne sconterà una pena di 3 anni e 2 mesi, che gli permetterà di chidere l’affidamento in prova e di evitare il carcere. In più si vedrà confiscare 400mila euro, la cifra sequestrata dalla Guardia di Finanza dopo l’arresto dello scorso 7 maggio che ha travolto la Liguria.

Con la decisione di Aldo si chiude il procedimento che in poco più di tre mesi ha portato i tre imputati illustri al giudizio immediato per corruzione nell’esercizio delle funzioni (quella che viene definita in gergo “corruzione impropria”) e finanziamento illecito ai partiti.

Quel che resta aperto, invece, e che preoccupa di più Spinelli per il futuro prossimo, sono le questioni legate all’altro procedimento iscritto dalla Procura, che conta una trentina di indagati e procede in modo “ordinario”.

Lì permane il rischio di contestazioni alle aziende in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società, così come resta indagato il figlio di Aldo, Roberto Spinelli. I difensori contano però di poter evitare nuovi guai.

«Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l’innocenza di Aldo Spinelli – dichiarano i legali – ma la prospettiva di affrontare, peraltro come unico imputato, un processo che si sarebbe protratto per anni, su consiglio dei difensori ha fatto prevalere la volontà primaria del nostro assistito di preservare le aziende e la famiglia del danno mediatico che ne sarebbe derivato».

«Per questa ragione – concludono i difensori – seppur a malincuore Aldo Spinelli ha deciso di accettare la proposta di patteggiamento avanzata dalla Procura che, nel contempo, riconosce che tutte le pratiche amministrative oggetto del procedimento penale siano state corrette e legittime nel rispetto dell’interesse pubblico».

 

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