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Doppia inchiesta sul branco che ha molestato le ragazze sul treno da Gardaland a Milano: “Ero in balia di quei ragazzi”

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Due inchieste parallele in procura a Verona: una per le risse e i vandalismi sulla spiaggia e in città e l’altra per le molestie subite da (almeno) cinque ragazze di ritorno a Milano. Non ci sono ancora indagati formalmente ma la “macchina” per identificare i giovani che il 2 giugno a Peschiera del Garda si sono macchiati di questi reati è già in moto. Rissa aggravata, danneggiamenti, tentata rapina: sono le accuse che si profilano per i disordini sulle rive del lago di Garda. Mentre per i fatti sul treno l’autorità giudiziaria è orientata a contestare le molestie.

Sbaglia chi sfrutta la violenza sulle donne per seminare altro odio

di
Michela Marzano

05 Giugno 2022

Sarebbero una trentina i presunti responsabili delle aggressioni a sfondo sessuale sul regionale Verona-Milano, denunciati finora da cinque ragazze tra i 16 e i 17 anni di ritorno da Gardaland. Ma il numero potrebbe crescere: nelle querele le vittime parlano di una decina di ragazze aggredite, accerchiate dal branco (perlopiù ragazzi di origine nordafricana) mentre il treno era bloccato. Ragazzi giunti da Milano e Brescia, anche se gli investigatori hanno riconosciuto qualche veronese, già denunciato per fatti simili.

È nelle denunce alla Polfer di Milano che si ripercorrono i momenti di terrore, l’ansia, gli attacchi di panico delle quattro amiche milanesi che arrivano sulla banchina 3 della stazione di Peschiera per tornare a casa, “ma c’erano più di cento ragazzi ammassati, quasi tutti nordafricani”. A loro si uniscono altre due coetanee pavesi conosciute sul momento. Insieme provano a farsi forza per salire. “Ho iniziato a sentirmi male, speravo che le porte del treno potessero riaprirsi” racconta una di loro.

Poi qualcuno ha tirato la leva d’emergenza, a bordo è scattato l’allarme. Quando il convoglio è ripartito la situazione è peggiorata. Una di loro è riuscita a chiamare il padre, la prima idea per sfuggire alla ressa è stata quella di guadagnare la carrozza di testa alla ricerca del capotreno. Ma il branco ormai aveva circondato le adolescenti. “Una trentina di ragazzi che ci toccavano e ci insultavano. Ci hanno dato delle privilegiate, “siete bianche”. Dicevano “decidiamo noi chi sale e chi scende”.

Le ragazze erano impaurite, “ero in balìa di qui ragazzi, mi hanno palpeggiata almeno tre volte” racconta una di loro, che non ha chiamato il 112 perché “temevo potessero farmi del male”. Solo quando il treno è arrivato alla stazione di Desenzano il gruppo si è precipitato alla porta per scendere. Il branco ha cercato di ostacolarle. “Ma abbiamo pregato un ragazzo di aiutarci a scendere, e lui ci ha liberate”.

“Gli accertamenti sono in corso e proseguiranno” dice Carlo Bartelli, da pochi giorni nuovo dirigente della Squadra mobile di Verona. Il prefetto di Verona, Donato Cafagna, ha annunciato un rafforzamento dei presidi di sicurezza, a cominciare dalla stazione di Peschiera. <TB><TB>

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