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Doppio cognome, chi si oppone a cambiare la legge?

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I giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittima la norma che prevede l’assegnazione automatica del cognome paterno e hanno segnato una svolta storica, consentendo alle donne italiane di dare ai figli il proprio cognome. Ma in Parlamento invece che succede? La riforma del doppio cognome procede a rilento: in commissione Giustizia al Senato, da tempo giacciono ben 5 disegni di legge depositati con l’obiettivo di porre fine ad una prassi patriarcale in vigore ormai da decenni.

Ai figli anche il cognome della madre, la svolta della Corte costituzionale

di
Liana Milella

27 Aprile 2022

I testi in dicussione al Senato

I testi in discussione hanno tutti il medesimo obiettivo: mettere sullo stesso piano madre e padre nell’attribuzione del proprio cognome ai figli nati sia fuori che dentro al matrimonio. Dopo la decisione della Consulta il fronte progressista ha chiesto in coro un’accelerazione, ma negli ultimi mesi il dibattito in Parlamento è andato avanti con estrema lentezza. Le cinque proposte di legge hanno da poco cominciato il proprio iter nella commissione Giustizia di Palazzo Madama. Lo scorso febbraio sono stati nominati i due relatori: Francesco Urrao della Lega e Alessandra Maiorino, senatrice 5 stelle e prima firmataria di uno dei ddl depositati in Senato.

I lavori in commissione Giustizia

Allo stato attuale, però, sono ancora in corso le audizioni, quelle che precedono l’esame vero e proprio dei provvedimenti. Questi ultimi, nelle intenzioni dei sostenitori, dovranno poi essere accorpati in un unico testo (che ricalchi le indicazioni della Consulta), per poi essere  spedito nell’aula del Senato e successivamente alla Camera per l’ok definitivo. Non ci dovrebbero essere troppi problemi. Il provvedimento, infatti, può contare su un sostegno di Pd, M5s e LeU. Più incerta, invece, la posizione del centrodestra, anche se tra i primi firmatari delle varie leggi depositate figura la senatrice dell’Udc Paola Binetti.  “Entro due o tre sedute di audizioni la discussione potrà entrare nel vivo”, prevede Maiorino. “Quel che è certo – sottolinea – è che dopo la sentenza della Corte è necessaria un’accelerazione”.  

la scheda

Legge sul doppio cognome, ecco che cosa prevede

di
Gabriele Bartoloni

18 Febbraio 2022

L’incognita Lega

L’unica incognita riguarda la parte più conservatrice dell’arco parlamentare, quella che nella Lega, ad esempio, fa capo a Simone Pillon, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia. In passato il senatore leghista si era già espresso in maniera contraria: “La madre dona il corpo, il padre consegna l’appartenenza a una storia, a una comunità, a una famiglia”, aveva detto. Pillon, del resto, è un esponente di spicco dei movimenti ultra-cattolici e conservatori; come l’associazione che organizza il Family Day, il cui presidente, Massimo Gandolfini (legato a Pillon) è stato ascoltato in commissione Giustizia nell’ambito della riforma del cognome: “Un tema – lo ha definito – sideralmente lontano dai pensieri delle nostre famiglie e delle nostre necessità”. 

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