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Roma — Ci sono 48 ore, tra la mattina del 19 gennaio e quella del 21, che tengono il governo con il fiato sospeso. Uno, su tutti, in particolare: il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l’uomo che non ha risposto alle sollecitazioni di polizia giudiziaria e magistratura prima della scarcerazione dell’assassino e torturatore libico, Njeem Osama Almasri Habish.