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Ecco l’ultima immagine della piccola Kata scomparsa sabato scorso a Firenze. E’ la telecamera che punta su via Boccherini, l’ingresso secondario dell’ex hotel Astor a offrirla. Sono le 15.01, la bimba è sul marciapiede. E’ un attimo prima che sparisca nel nulla. La foto immortala Kata mentre si separa dal fratello, di 8 anni, che sembra parlare con un altro bimbo accanto a lui, con una busta della spesa in mano.
Kata esce con gli amichetti e poi da sola torna indietro
Due testimoni hanno visto portarla via
Due testimonianze, di cui una proveniente da una bambina, avrebbero indicato agli inquirenti che la piccola Kata sarebbe stata portata via da un adulto, nel pomeriggio di sabato scorso, dal cortile dell’hotel Astor di Firenze. Gli inquirenti, si apprende da fonti vicine all’indagine, ipotizzano anche la presenza di un ‘covo’ vicino all’albergo occupato, dove chi avrebbe rapito la bambina potrebbe averla tenuta per alcune ore. Le perquisizioni di ieri fuori dal perimetro della struttura occupata non avrebbero dato esito positivo.
Il dolore della mamma
“Dov’è Kata non lo so. Non so dire ancora. Me lo domando di continuo. Però penso sia viva, sì. Penso ci sia ancora” dice Kathrina Alvarez, la mamma della piccola Kata. Parla con una voce flebile, è ancora ricoverata al pronto soccorso di Torregalli dopo aver ingerito candeggina: “Ho sbagliato, troppo dolore” spiega. Gli infermieri e i medici la chiamano, Kathrina dice ancora qualcosa: “E’ passato a trovarmi mio marito ma non ho ancora parlato bene con lui. Io penso che l’abbiano portata via Kata. L’hanno rapita credo, sì. Lei da sola non esce mai”.
La mamma ha anche fatto un post sui social. “Principessa mia, solo dio sa come mi sento. Starò bene, perdonami se per un istante ho pensato di arrendermi e perdere la speranza. Però adesso sono più forte e non mi riposerò fino a quando non ti troverò”, scrive la donna su Facebook, tradotto e diffuso dalla comunità peruviana fiorentina.
“Le persone che mi stanno vicino – scrive ancora la madre – sanno come mi sento. Non mi avete vista piangere o buttarmi a terra davanti ad una telecamera, ma è che questo non identifica il mio dolore. Tutto questo – prosegue – mi sembra irreale, mai avrei pensato che la mia bambina mi venisse strappata via dalle braccia, i miei amici sanno ciò che sto passando e non mi arrenderò finché non ti troverò”.
“Grazie a dio mi sto rialzando, sai quanto mi manchi amore mio. Ti amo con tutta la mia anima, Principessa mia. Tenetevi i vostri commenti mal intenzionati per favore. In questo momento ciò che mi serve è il vostro appoggio o almeno condividete questo messaggio”, conclude la madre che nel primo pomeriggio è stata dimessa dall’ospedale.
Intanto è stato appunto scarcerato “per stare vicino alla famiglia” Miguel Angel Chicllo Romero, il padre di Kata scomparsa dall’hotel Astor, che era recluso a Sollicciano per furto e utilizzo indebito di carte di credito. Lo riferisce il suo legale, avvocato Cristiano Toraldo. Il padre è sottoposto ora alla misura dell’obbligo di firma due volte la settimana nella stazione dei carabinieri. Intanto le ricerche della piccola Kata, scomparsa sabato, proseguono senza esito.
La pista del racket
E’ quella del racket degli affitti nell’ex albergo Astor a Firenze, occupato da varie famiglie tra cui quella di Kata, la pista privilegiata dagli inquirenti per la scomparsa della bambina di 5 anni di cui non si hanno più notizie da sabato scorso. E’ quanto spiegato dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli che sta seguendo il caso insieme alla pm della Dda Christine von Borries e al sostituto Giuseppe Ledda.
Da quanto ricostruito al momento dagli investigatori, il racket degli affitti vedrebbe coinvolti tre distinti gruppi, due composti da cittadini di origine peruviana, uno dei quali vicino alla famiglia di Kata, un terzo di romeni. Dentro l’ex albergo l’affitto per una ‘camerà andrebbe dagli 800 euro senza bagno, arrivando fino anche ai 1.500 euro se con i servizi.
Gli inquirenti stanno continuando a sentire occupanti del palazzo, lontano però dallo stabile, al comando dei carabinier: vengono ascoltati come persone informate sui fatti. Già ascoltato anche il padre di Kata, uscito ieri dal carcere.
C’è anche un altra pista, ritenuta però residuale, non scartata per non tralasciare nulla: è quella legata alla pedofilia.
(cge)
La giornata è stata lunga, ieri, con le ispezioni in forze, i sopralluoghi, i controlli in anfratti, tombini. Con i vigili del fuoco chiamati ad aprire le porte e le finestre serrate del palazzo adiacente all’ex hotel astor, al civico 34. Poi, a sera, le indagini lasciano spazio spazio alle manifestazione di solidarietà e alle preghiere.
Sono duecento, quasi tutti vestiti in bianco con in mano la foto di kate. Parlottano, poi cominciano ad accendere le candele e partono per una fiaccolata. Camminano, ritmano cori (“liberatela”, “i bambini non si toccano”) e pregano in spagnolo: recitano l’ave maria e il padre nostro.
Una vicina: “La famiglia sa chi l’ha presa”
“Siamo stufi. I rumeni non c’entrano nulla”. Il sequestro di Kata, la bambina scomparsa a firenze sabato scorso, “riguarda loro. E’ una questione tra loro”, tra i peruviani che occupano l’ex hotel Astor. Dopo giorni di ‘assediò mediatico, esce allo scoperto una signora rumena per difendere la posizione dei connazionali che condividono l’occupazione.
“Sono madre di quattro figli e faccio la badante. Conosco Kata, ha sempre giocato qui. Sto male per lei”, si presenta. La famiglia “sa chi ha preso la bambina, lo sa”. C’entrerebbe la lite di fine maggio “per le stanze”, dice, quando un altro sudamericano è precipitato in strada. “Gli hanno dato una botta in testa con un ferro- racconta- per la paura si è buttato. Dopo una settimana, la bimba è sparita. Non è questione di soldi”.