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Elezioni 2022, candidati: la rivolta del Pd di Bologna contro Casini

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Palazzo d’Accursio chiama Nazareno: Pier Ferdinando Casini a Bologna non lo reggiamo. Non ci sta il sindaco Matteo Lepore, alfiere di un Pd laburista nella “città più progressista d’Italia”. Non ci sta la base del Pd, che cova il tumulto se davvero il senatore centrista dovesse tornare a correre in città. “Se lo rimettono qui non facciamo campagna elettorale”. “Chiudiamo il circolo”. “Non partecipiamo alla Festa dell’Unità”.

Messaggi come se piovesse ai dirigenti. Il circolo Gramsci scrive una lettera aperta a Enrico Letta anche su Facebook: “Leggiamo con disappunto che Casini potrebbe essere candidato a Bologna. C’è la nostra totale contrarietà. Enrico, non fare come Renzi”. Gelido il vento in Comune, dove si parla di una certa contrarietà alla candidatura di Casini. Cosa che sarebbe stata resa nota anche a Roma.

Sempre che basti, perché nella capitale sulla candidatura di Casini si spinge molto. Il segretario regionale Luigi Tosiani, a oltranza negli uffici del Nazareno, tiene le fila delle discussione in una riunione permanente che coinvolge tutti i segretari regionali. “Le liste chiuderanno dieci minuti prima della direzione nazionale” è la previsione di chi nel Pd ha visto diverse elezioni: dunque calma e gesso, perché la direzione nazionale è convocata per le 11 di domani mattina. Nel frattempo però Casini incombe.

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Il senatore bolognese ieri hacommentato l’uscita di Silvio Berlusconi sulle possibili dimissioni di Sergio Mattarella se verrà approvato il presidenzialismo caro al centrodestra. “Pensare che l’eventuale approvazione di una riforma provochi le dimissioni del Capo dello Stato vuol dire essere fuori dal mondo. Il centrodestra smentisca subito affermazioni così gravi”. No comment di Casini invece sulle liste.

Il senatore, che ha parlato direttamente con Letta nei giorni scorsi, non fa passi avanti né indietro. E cerca anche di sdrammatizzare i timori di chi ha paura che il terzo polo di Renzi e Calenda possa portare via voti al centrosinistra: “Non faccio previsioni perché in politica non hanno mai senso. Tuttavia quando mi divisi da Berlusconi mi accorsi che facendo una campagna aggressiva contro la destra, mi votava la sinistra. Non è scontato quindi a chi il centro prenderà voti, visto che per ora polemizzano soprattutto con la sinistra”. La speranza è insomma che li sottragga al centrodestra. E in particolare a Forza Italia.

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In attesa di capirlo, comunque, il nome di Casini continua a incombere su Bologna. La sua collocazione, se andasse in porto, sarebbe quella di una candidatura al collegio uninominale del Senato. Il posto cui ambiva l’ex sindacoVirginio Merola, che slitterebbe alla Camera. Ecco quindi lo schema delle candidature, secondo questo quadro. Al Senato il seggio uninominale toccherebbe a Casini, mentre nel listino proporzionale, che eleggerebbe due senatori, andrebbero la capolistaSandra Zampa, prodiana, e l’ex sindaco di ImolaDaniele Manca. Alla Camera il listino proporzionale, che dovrebbe eleggere tre deputati, è già blindato.

Prima, già presentata da Enrico Letta a Roma, c’è Elly Schlein, che corre da indipendente come rappresentante delle Agorà. Dietro di lei Stefano Vaccari, parlamentare uscente del Pd e responsabile organizzazione del Pd. Infine Valentina Cuppi, presidente Pd e sindaca di Marzabotto. Per quel che riguarda i collegi uninomunali i posti sono tre, di cui solo uno, quello di Bologna città, blindato. Meno tranquilli gli altri due collegi, di Bologna-Imola e di Bologna Carpi. Se Merola dovesse correre qui, a lui potrebbe dunque andare il seggio cittadino, mentre al parlamentare Andrea De Maria, che nel 2018 corse nel seggio cittadino, toccherebbe invece questa volta uno tra i due seggi di Carpi o di Imola.

Resta infine un terzo posto, che potrebbe andare a uno dei tanti pretendenti in lizza: dal deputato uscente Francesco Critelli, di Base Riformista, a Serse Soverini, altro uscente che cinque anni fa corse proprio nel collegio imolese, a Luca Rizzo Nervo o Davide Di Noi. A meno che ovviamente non riemerga l’ipotesi di un big in arrivo da fuori. Il nome di Gianni Cuperlo, inizialmente alla ribalta, appare in discesa negli ultimi giorni. Ma le cose potrebbero cambiare se il nome di Casini, candidabile anche in listini proporzionali in altri collegi, dovesse essere espunto. È quello che spera la base del Pd bolognese per evitare di sbiadire con un picco di astensione di militanti storici l’unico collegio che le previsioni colorano di rosso.

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