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Elezioni, il Pd per dimezzare le liste d’attesa e Fdi vara la patente a punti per i malati: le scelte dei partiti sulla sanità

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Prevenzione, sanità territoriale, aumento del finanziamento. La prima costa poco, perché si incentra soprattutto sugli stili di vita, la seconda godrà a breve della pioggia di miliardi del Pnrr, il terzo viene sempre promesso, a ogni tornata elettorale. Tanto poi nessuno si ricorda che i fondi per la sanità (che comunque negli ultimi anni hanno visto un aumento) restano comunque più ridotti di quelli di molti Paesi europei.

Sono questi i tre punti ricorrenti nei programmi sulla sanità dei partiti che si avvicinano al 25 settembre, tutti li trattano praticamente allo stesso modo. Ci sarebbero anche le liste di attesa, altro problema sempre attuale, sul quale si offrono soluzioni diverse, comunque sempre mirabolanti. E’ difficile risolvere il problema, anche perché la palla in questa partita è in mano soprattutto alle Regioni. Negli ultimi anni la pandemia ha peggiorato la situazione e chiunque vincerà difficilmente abbatterà le attese subito. Il Pd infatti promette di dimezzare i tempi al 2027, quindi non promette miracoli immediati.

Della sanità si parla molto poco nelle campagne elettorali e molti programmi elettorali rivelano una scarsa conoscenza dei temi caldi da parte dei partiti. Spesso viene fatto un elenco poco approfondito e poco omogeneo di proposte (dallo psicologo in classe al rapporto Stato-Regioni). Quasi mai si dice dove vengono trovate le risorse.

A parte i tre punti detti all’inizio, i principali partiti si dividono su molti temi. La Lega, ad esempio, è l’unica a puntare molto sulla sanità privata, con un programma sanitario molto “lombardocentrico” (e quindi per nulla ispirato al Veneto). Il Covid declinato nei temi di vaccini, mascherine e Green pass è più caro alla destra, che vuole sottolineare come la linea sarà diversa, una volta al governo. Niente obbligo e niente “compromissione delle libertà individuali”. E Fratelli d’Italia sembra pure voler introdurre un sistema premiale per chi fa visite e accertamenti richiesti dalla sua patologia. Qualcosa quindi di mai visto.

PD – Dimezzare le liste di attesa

Investimenti sul territorio e una scommessa sulle liste di attesa non sensazionalistica, perché prospetta la soluzione di un problema ormai cronico della sanità in tempi non brevi. Le attese massime per interventi chirurgici, visite ed esami, è scritto nel programma dei Democratici, saranno dimezzate “al 2027”. Riformare tutto il sistema dell’offerta sanitaria, del resto, è complicato e richiederà tempo. Per il Pd la salute è un bene pubblico fondamentale che, nella fase post Covid, si difende rinforzando tutta l’attività fuori dall’ospedale, come del resto prevede il Pnrr su cui ha lavorato il ministero alla Sanità. Si promettono investimenti sulle Case di comunità, sulla medicina generale e sugli infermieri territoriali e si punta sulla telemedicina. Nel pubblico deve essere ridotto il ricorso al precariato e vanno rinforzati gli organici, che come noto sono molto in difficoltà, togliendo i tetti di spesa sulle assunzioni. Si propone di realizzare un piano per la salute mentale, riformare i servizi per i non autosufficienti e ampliare l’offerta di assistenza domiciliare per gli anziani. Per rilanciare il sistema sanitario ci vogliono soldi e il segretario Enrico Letta ha detto che gli stanziamenti per la sanità non dovranno mai scendere sotto il 7% del Pil, cioè dal livello al quale si è arrivati quest’anno.

Cinquestelle – Fine del regionalismo in sanità

E’ forse il superamento del federalismo sanitario con una riforma costituzionale che riporti la competenza esclusivamente in mano allo Stato il punto politico più forte del programma dei Cinquestelle. Per avere un sistema più solido è necessario assumere con un piano straordinario (che preveda anche incentivi per chi lavora nell’emergenza-urgenza), investire sulla formazione, sulla ricerca e sulla digitalizzazione. Deve essere poi promossa la medicina del territorio, puntando anche sui medici di famiglia e gli infermieri. Il sistema ha bisogno di più risorse, e vanno previsti stanziamenti maggiori per il Mezzogiorno. Il partito di Conte vuole ridefinire il rapporto pubblico-privato in sanità. La relazione deve essere “di natura complementare e collaborativa”. In tema liste di attesa, bisogna bloccare intramoenia e extramoenia dei medici pubblici quando le prestazioni istituzionali non rispondono a standard minimi. Poi c’è un punto in stile “vecchio M5S” che prevede di “evitare le interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari” e la richiesta di abolire il numero chiuso per entrare all’Università. Molte le proposte sulla farmaceutica, come quella che ipotizza di ridurre la durata dei brevetti dei farmaci. Tra l’altro c’è l’idea di “istituire parchi e palestre della salute, anche mediante il riconoscimento del ruolo del chinesiologo clinico”, cioè di un esperto del movimento. I Cinquestelle chiedono di disciplinare il fine vita, per rispondere a chi chiede di “porre fine alle sofferenze con dignità e con l’assistenza doverosa del sistema sanitario”.

Italia Viva-Azione – Più soldi ai medici per evitare fughe all’estero

Per il Terzo polo è necessario accelerare la carriera dei lavoratori della sanità e rivedere la remunerazione, per limitare la fuga dei professionisti verso l’estero. In particolare, bisogna concentrarsi sul personale ospedaliero. Il programma è articolato e prevede anche un cambiamento del rapporto tra sanità pubblica e privata. I servizi vanno differenziati in modo più trasparente in modo che collaborino “in sinergia” e integrandosi. Va riorganizzata l’assistenza territoriale, puntando anche su prevenzione e promozione della salute. Bisogna intervenire prima ad esempio per evitare le dipendenze, verrà creata un’Agenzia nazionale per la prevenzione e la prepardness, cioè la capacità di essere pronti di fronte ad esempio a una pandemia come quella del Covid. Bisogna investire sull’assistenza residenziale, e superare cosiddetta logica dell’istituzionalizzazione, cioè delle Rsa, per poter offrire agli anziani modelli abitativi che prevedano anche personale di assistenza. Si prevede un piano straordinario per le liste di attesa, in grado di recuperare l’attività perduta negli anni della pandemia. Si offrirà, tra l’altro, la prestazione privatamente a quelle persone alle quali non si riesce a dare risposta nei tempi. Un altro piano va fatto per l’innovazione, ad esempio quella farmaceutica, mentre il sistema sanitario deve essere “adeguatamente finanziato”, come quello di altri Paesi europei. Sul rapporto tra Stato e Regioni in sanità, va tenuta alle amministrazioni locali la competenza sull’erogazione dei servizi ma se non si è in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza, lo Stato deve poter intervenire.

Fratelli d’Italia – Premiato chi controlla lo stato di salute

Il passaggio più particolare del programma del partito di Giorgia Meloni prevede una specie “patente a punti del paziente”. Va infatti “rafforzata la medicina predittiva con un meccanismo di premialità nell’accesso al sistema sanitario per chi segue un regolare e concordato percorso di monitoraggio dello stato di salute”. Non è chiaro in cosa queste persone verrebbero favorite ma l’idea è un po’ inquietante. Fratelli d’Italia vuole poi abbattere le liste di attesa e creare un Garante della salute indipendente. Deve esserci sinergia tra medici di famiglia e ospedali, e vanno incentivate telemedicina e cure domiciliari. Vanno ridotte le disuguaglianze tra le Regioni e le cure odontoiatriche (ora presenti solo in parte) vanno inserite nei Livelli essenziali di assistenza, diventando così gratuite. Va tolto il numero chiuso all’Università, vanno aumentati gli psicologi scolastici e aggiornato il piano oncologico. Le città devono essere “cardioprotette” cioè dotate di defibrillatori. Covid e potenziali nuove pandemie si combattono con misure strutturali, come la ventilazione nelle scuole e negli uffici, ma non va più messo l’obbligo di fare il vaccino, strumento utile per i fragili. Non verrà reintrodotto il Green pass. Fratelli d’Italia vuole istituire una commissione d’in- chiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia da Covid-19 nonché sulle reazioni avverse da vaccino. Queste ultime sono controllate dall’Aifa, l’Agenzia del farmaco, i cui vertici sono soggetti a spoil system.

Lega – Il privato aiuti il servizio pubblico

Grande apertura alla sanità privata, strizzata d’occhio ai No Vax. Il programma della Lega è sospeso tra un caposaldo del sistema della Lombardia e il malcontento di un pezzetto della popolazione. La sanità convenzionata, in questo momento storico, “può rivelarsi importante nella programmazione sanitaria regionale”. Si fa l’esempio delle liste di attesa, che possono essere risolte con l’aiuto del privato. Il convenzionato deve comunque sempre essere complementare, è scritto nel programma, probabilmente per cercare di tranquillizzare realtà leghiste assai meno appoggiate al privato, come il Veneto. Riguardo ai vaccini, la Lega sostiene che non deve più esserci obbligo (al momento esiste solo quello per i lavoratori della sanità ma il partito non entra nello specifico) promuovendo una “libertà di scelta terapeutica” e chiede il riconoscimento di un indennizzo per “chiunque abbia riportato lesioni o infermità” dai vaccini. In realtà esiste già dal 1992 una legge che prevede risarcimenti per chi ha avuto danni collegati alla vaccinazione o alle trasfusioni. Anche il partito di Salvini chiede di riformare la sanità del territorio, di puntare sulla prevenzione e, per quando riguarda le malattie infettive, preparare un Piano pandemico. Le liste di attesa vanno combattute aumentando gli orari di apertura di ambulatori e sale operatorie. Inoltre si chiede l’abolizione del numero chiuso alla facoltà di Medicina.

Forza Italia – Aumentare le esenzioni

Programma molto schematico quello di Forza Italia. Si punta sull’allargamento delle prestazioni esenti dal ticket (oggi lo sono quelle per patologia e per reddito inferiore ai 36 mila euro l’anno di persone over 65). Anche qui si vuole potenziare il territorio e incrementare l’organico dei medici e degli altri operatori sanitari. Bisogna recuperare le prestazioni e gli screening persi a causa della pandemia e quindi abbattere le liste di attesa. La pandemia si contrasterà attraverso “comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali, senza compromissione delle libertà individuali”. Va rivisto il Piano oncologico nazionale e riorganizzate le scuole di specializzazione dell’area medica. Il partito vuole inoltre contrastare la mobilità sanitaria passiva, cioè i viaggi da Sud verso Nord (o il Centro) per curarsi.

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