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Cancellare la memoria. Pare essere questo il primo punto nell’agenda elettorale della senatrice di Fratelli d’Italia Isabella Rauti. La senatrice, candidata per Fratelli d’Italia nel collegio uninominale Lombardia 4, ha annunciato ieri a un foglio amico la sua decisione di non partecipare al dibattito con gli altri candidati che Repubblica ha organizzato a Sesto San Giovanni.
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a cura di Redazione Milano
Lo ha fatto, senza informare chi avrebbe dovuto dibattere con lei, e che fino a ieri mattina sapeva che la senatrice sarebbe stata all’incontro, come da accordi. Lo ha fatto perché – dice – “La Repubblica non ha allestito un confronto, ma uno scontro vero e proprio, incentrato sul dualismo Fiano-Rauti”. Addirittura, sostiene, questo giornale, avrebbe condotto “una campagna contro di me”.
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Il caso vuole però che quella che ci sarà a Sesto San Giovanni sia una competizione politica che ha anche un profondo significato simbolico. Il deputato del Pd Emanuele Fiano è figlio di Nedo, deportato dai nazisti, con la fattiva collaborazione dei fascisti di casa nostra. Rauti è figlia di Pino, aderente della prima ora alla Repubblica sociale italiana, fascista convinto, segretario del Msi, fondatore di Ordine Nuovo, frequentatore della dittatura dei colonnelli nella Grecia degli Anni ’70. Lo abbiamo scritto nei nostri articoli e nei nostri titoli – uno sulle pagine nazionali e uno su Repubblica Milano”, poca roba, evidentemente non siamo nemmeno capaci di fare una “campagna” – e lo riscriveremmo anche domani. Ma, con tutta evidenza, quel passato da cui non si è mai distaccata disturba la senatrice Rauti. La necessità di presentare una faccia “pulita” del centrodestra, anche quando ha il volto della destra pura e semplice e degli eredi del fascismo, la spinge a rifiutare il confronto e a fuggire dal dibattito. Purtroppo per lei la memoria non si cancella. Non si può e non si deve cancellare.
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La senatrice invita anche “confrontarsi sulla storia, e non solo sulle storie personali”, proponendo a Fiano un confronto dopo le elezioni “su tutti i totalitarismi, nessuno escluso”. Un invito che suona mistificatorio e perfino osceno proprio se rapportato alle storie personali dei due candidati. Infine Rauti chiede anche di non guardare indietro ma avanti, di confrontarsi sul “futuro di Sesto San Giovanni”. Abbiamo cercato in rete le sue proposte per Sesto e per il collegio a cui si candida, ma – di sicuro per colpa nostra – non le abbiamo trovate. Abbiamo però appreso che in quella città verrà ristrutturata l’area ex Falck, che si trattava di una zona industriale che adesso deve cambiare vocazione, che Fratelli d’Italia porterà le sue ricette per “un fisco formato famiglia” e indeterminate “ricette per combattere il caro bollette”. Sarebbe stato giusto avere un’occasione di confronto per capire se al di là di queste formulette, buone per Sesto come per Crotone, ci fossero idee di maggiore sostanza e per vedere tutti i candidati – proprio per rispetto i loro elettori – confrontarsi sul loro percorso: dove vanno, ma anche da dove vengono. Lo faremo, se non cambierà di nuovo idea, senza Rauti.