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Elezioni, Valentina Cuppi: “Il Pd può vincere. Ma deve fare, non solo dire, qualcosa di sinistra”

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“La posta in gioco è alta, in ballo c’è la nostra Costituzione. Il messaggio di Fratelli d’Italia è lo stesso di Orban, un pensiero molto pericoloso. Possiamo vincere con candidature credibili”. Così Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, nelle ore in cui si decidono le candidature nelle liste del Pd a Bologna. E il suo nome corrisponde all’identikit tracciato da Letta: sindaco, giovane, donna.

Serve una campagna elettorale centrata su un fronte anti-fascista?“Oggi si confrontano due visioni del mondo alternative. Una fatta di discriminazione e gerarchie tra esseri umani, l’altra, la nostra, fatta di diritti sociali e civili per tutti. Fascismo non significa fare espressamente riferimento a Mussolini, posto che Paolo Berizzi ha già messo in luce le relazioni di Fdi con forze neofasciste. Hanno destato scalpore le frasi di Orban, sul pericolo delle migrazioni che portano a una mescolanza delle razze, sul fatto che bisogna sostenere la natalità per non essere sostituiti da stranieri. Fdi contrappone il sostegno alla natalità allo Ius soli, il messaggio è lo stesso di Orban. Hanno un programma xenofobo e discriminante, è un pensiero molto pericoloso”.

L’Emilia- Romagna è uno dei pochi territori dove ci sono collegi sicuri, come devono essere scelte le candidature?“Dobbiamo attrezzarci sapendo che conterà la credibilità del candidato per vincere. Il legame con il territorio e la prossimità sono fondamentali e ciò vale anche per le scelte che si faranno. Mi fido del lavoro che il segretario regionale Luigi Tosiani sta facendo, la lista sarà aperta e rappresentativa di una realtà che ha imparato dalle sconfitte e ha saputo riconquistare tante città, come fatto insieme a Stefano Bonaccini nel 2020 alle regionali”.

Quale coalizione bisogna mettere in campo?“Le persone sono lontane anni luce dal politicismo del dibattito. Lavoratori che non arrivano a mille euro lordi al mese, imprese che rischiano ogni giorno di fallire, poveri in continuo aumento. Chiedono nettezza e chiarezza, una visione del mondo e della società ben definita. Sapere cosa farà chi vincerà per la loro vita. Vogliono risposte. Il nostro compito è questo: mettere in campo un’idea di società che dia la concretezza di una svolta materiale, ma che sia anche capace di far sognare. Attorno a quello si costruisce la coalizione e si candidano persone credibili”.

Questa volta verranno rispettate le “quote rosa”?“Certo, il segretario Enrico Letta è stato molto chiaro. Il lavoro per una rivoluzione culturale nel nostro paese profondamente maschilista rischia di essere fermato dalla destra. Lo abbiamo visto in Senato, dove nemmeno l’uso di un linguaggio istituzionale che garantisse la parità di genere è stato votato dal partito di Meloni. Anche in questo è chiara la differenza tra noi e loro, non basta avere una leader donna dietro cui nascondersi. Il nostro partito ha assunto la questione femminista e il segretario ha dimostrato che la parità di genere è una linea politica del partito. Lo sarà anche nella composizione delle liste.

Il Pd ha la forza per questa sfida?“La nostra più grande forza sono gli iscritti, i circoli, le feste. Sono “piazze” in cui incontrarsi. Siamo un partito comunità, che si mobiliterà per il bene dell’Italia. Andremo casa per casa, strada per strada, come diceva Berlinguer”.

Per “dire qualcosa di sinistra” quali argomenti ha il Pd ?“Non basta dire, bisogna fare. Abolizione del superticket, aumento delle buste paga, battaglia per il ddl Zan, salario minimo, ius scholae, lotta alla precarietà. Oggi le persone chiedono questo, radicalità e coerenza”.

Pensi che si possa vincere?“Sì perché la posta in gioco è altissima, c’è chi vuol mettere mano alle libertà delle persone, scegliendo chi si possa amare, quale famiglia si debba avere. Una destra sovranista, che contrasta l’unità europea, che propone politiche che mirano ad accentuare le disuguaglianze. C’è in gioco la nostra Costituzione, che potrebbe essere cambiata da una maggioranza che ha dimostrato di non condividerne appieno i valori e i principi che i nostri padri costituenti scrissero dopo aver lottato per avere democrazia e libertà. Sono convinta che l’Italia saprà scegliere da che parte stare. Mettere al centro le persone e lottare affinché ognuno abbia diritto ad essere felice, a prescindere dalla condizione di partenza: questo siamo noi, per questo possiamo vincere”. 

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