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BOLOGNA – Simone Baroncini è un medico esperto del 118 di Bologna ma fatica a parlare. “Io sull’elicottero ci lavoro, vedere una cosa del genere ti turba”. Ieri mattina è arrivato sul luogo del disastro. E ha identificato i morti. Appennino tosco-emiliano, zona del monte Cusna, 1.922 metri di altitudine. Una zona difficile intervallata da un paio di rifugi di montagna. Qui, dopo tre giorni di ricerche, sono stati trovati i resti dell’elicottero sparito dai radar giovedì. Sette passeggeri, il pilota Corrado Levorin e sei imprenditori turchi e libanesi. Nessun superstite.
“Siamo sbarcati un po’ più in alto e abbiamo raggiunto il luogo dov’è precipitato l’elicottero con un fuoristrada costeggiando il torrente Dolo – continua Baroncini – . A terra era viscido per il cherosene. Abbiamo contato i primi cinque cadaveri. Il pilota era ancora legato al suo sedile. Altre due vittime erano tra le lamiere. Carbonizzate”. Negli occhi ha ancora troppi dettagli difficili da raccontare, che ha visto assieme all’infermiere Andrea Finelli e al tecnico del soccorso alpino Marco Ricci. Ricorda che lì intorno c’erano oggetti personali, cellulari, dei Green Pass. “Adesso devo tornare in volo”.
La telefonata che inizia a spegnere le speranze parte attorno alle dieci di ieri mattina. La voce è quella di un escursionista che ha percorso un sentiero Cai. Per chiedere aiuto va al rifugio Segheria. Da lì chiama i carabinieri: “Ho visto dei rottami”. Sapeva che si stava cercando un elicottero. Aveva letto e sentito che da giovedì un Agusta Koala era sparito nel nulla, inghiottito dai boschi. La macchina dei soccorsi, coordinata dalla prefettura di Modena, si mette in moto.
In quei minuti frenetici si alza in volo un HH139 dell’Aeronautica, che individua il cratere e i detriti: “Abbiamo avuto le coordinate, siamo andati sul posto e abbiamo trovato tutto bruciato”, la drammatica testimonianza di un militare. Poi arrivano le immagini dall’alto.
Elicottero disperso, trovato sul Monte Cusna. La testimonianza dell’Aeronautica militare: “Sul posto abbiamo trovato tutto bruciato”
Nel pomeriggio, da quell’ammasso di lamiere, le sette salme vengono portate via dopo tre giorni di lavoro di aeronautica, soccorso alpino, guardia di finanza, carabinieri e vigili del fuoco. L’inchiesta coordinata dalla procura di Reggio Emilia dovrà risolvere il mistero di questa tragedia dei cieli avvenuta in una zona impervia, costata la vita a sette persone: l’esperto pilota di 33 anni Corrado Levorin, originario del Padovano, descritto come “pignolo e attento ” dal responsabile della scuola che lo addestrò. E sei imprenditori.
Elicottero caduto, ecco chi sono le sette vittime
di
Micol Lavinia Lundari Perini
I quattro turchi Serhat Kenar, Arif Cer, Ilker Ucak e Altug Erbil e i due libanesi Chadi Kreidy e Tarek El Tayak. Di quest’ultimo rimane una testimonianza dell’elicottero in volo: un video di una ventina di secondi che ha inviato al figlio in Libano. Prima inquadra se stesso, ha gli occhiali scuri, sorride. Dopo si vede il cielo grigio. Due anni fa, il 4 agosto 2020, aveva perso la moglie nell’esplosione al porto di Beirut che fece oltre 200 vittime.
Elicottero disperso, il figlio della vittima: “L’ultimo video prima della tragedia”
Il maltempo potrebbe essere una delle chiavi per spiegare cos’è successo. L’elicottero era partito giovedì da Lucca per raggiungere il Trevigiano. Quella mattina, sul versante toscano c’era stata una tempesta di pioggia, fulmini e grandine mentre sul versante emiliano il sitoreggioemiliameteo ha ricostruito che c’era “scarsa visibilità e vento contrario sostenuto”. Sul caso ha aperto un’inchiesta anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv).
Come ha scritto ieri ilTirreno , già dalle prime ore dopo la scomparsa i carabinieri di Lucca si sono mossi anche per fare altri accertamenti. Per capire, ad esempio, il perché del mancato funzionamento dell’Emergency locator trasmitter (Elt), una sorta di scatola nera che in caso di impatto trasmette automaticamente un segnale radio che permette di localizzare il velivolo. La procura di Lucca (provincia da dove era partito l’elicottero) aveva aperto un’indagine per disastro colposo.
“Grande dolore per le vittime dell’incidente sul Monte Cusna. Alle famiglie vanno le nostre condoglianze. Un grazie sentito alle squadre di soccorso che si sono impegnate senza tregua” scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.