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È un assaggio di quel che potrebbe capitare in Rai se il 25 settembre dovesse vincere il centrodestra: beccarsi una sospensione dal lavoro per aver fatto una battuta su Giorgia Meloni, magari poco felice visto l’arroventato clima elettorale, ma pur sempre una battuta. È quel che ora rischia Elisa Anzaldo, volto storico del Tg1, rea di aver risposto in modo scherzoso durante l’edizione mattutina dedicata alla rassegna stampa.
La battuta in studio
Ma cos’è accaduto di tanto grave? Vediamo. Ospite in studio, a commentare le notizie del giorno, c’è Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport ed ex direttore del Mattino. L’argomento è la fede calcistica della leader di Fratelli d’Italia, su cui in questi giorni pesa l’accusa di aver tradito la fede laziale ed essere passata a quella romanista. Ebbene, interpellato sulla questione che sta appassionando i tifosi, Barbano usa l’ironia: “Se peccato è, in questo caso non è il peggior peccato di Giorgia Meloni”. La conduttrice sorride e, per chiudere l’argomento, replica usando lo stesso registro dell’ospite: “Ce ne sono tanti altri”. Non l’avesse mai fatto.
La richiesta di sospensione
Il centrodestra sale sulle barricate. E subito i parlamentari leghisti in Vigilanza, fedeli alleati della candidata alla premiership, chiedono alla Rai “l’immediata sospensione di Elisa Anzaldo dalla partecipazione ai programmi dopo lo spettacolo indecente visto stamane”. Sono furibondi, i commissari del Carroccio: “È inaccettabile – tuonano – che un volto di primo livello quale Anzaldo, che è conduttrice del Tg1 delle 20, ovvero il principale e più seguito telegiornale dell’azienda su scala nazionale, si permetta di deridere un leader politico senza contraddittorio e durante un appuntamento informativo come la rassegna del mattino”. Neanche l’avesse insultata, rincarano: “Un comportamento inammissibile, in sfregio a tutti i principi della par condicio, che viola qualsiasi codice deontologico e di correttezza a cui sono tenuti i giornalisti”. Tutto per una battuta. Finito qui? Macché.
L’esposto all’Agcom
La Lega annuncia infatti una segnalazione all’Agcom perché “non è in alcun modo tollerabile che ci siano giornalisti che fanno politica sempre nella stessa direzione, invece di svolgere la propria professione in maniera limpida”. Senza nessuna considerazione per l’autonomia giornalistica, e neppure per il sense of humor, come si evince dalle considerazioni finali. “L’informazione da parte del servizio pubblico deve sempre garantire imparzialità ed equilibrio, a maggior ragione in questo momento di campagna elettorale” e Anzaldo si è rivelata non in grado di rispettare questi principi fondamentali”.
La reazione del Pd
Indignata la reazione del Pd. “Continua la campagna della Lega per l’epurazione preventiva dei Tg Rai: dopo la polemica di domenica contro il Tg1, oggi è il turno dell’intimidazione contro Elisa Anzaldo di cui Salvini chiede la testa in spregio a qualunque rispetto dell’autonomia giornalistica” attacca Andrea Romano, membro dem della Vigilanza. “Incapace di parlare di soluzioni per il paese, la destra di Salvini-Meloni-Berlusconi torna ad agitare il manganello contro il servizio pubblico e la sua autonomia. Uno spettacolo triste e già visto, una ragione di piú per respingerne l’autoritarismo”.