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Prima regola del fight club contro la crisi climatica: non sprecare acqua. Un’indicazione valida tutto l’anno, ma ancor di più in casi di emergenza come quella in corso nel Nord, dove tra precipitazioni assenti, neve dimezzata e temperature bollenti oggi fiumi come il Po vivono una delle peggiori siccità degli ultimi settant’anni. Se invasi, casse di espansione, sistemi di razionamento dei Comuni e nuove tecnologie sono fondamentali a livello regionale per preservare l’oro blu, ogni cittadino può fare la differenza nel risparmio d’acqua anche in casa. Come fare, ci aiuta a capirlo Serena Ceola, docente di Gestione delle risorse idriche nell’Ateneo di Bologna.
Parsimoniosi in bagno
Ogni volta che ci stiamo insaponando le mani, radendo o lavando i denti, è sempre bene chiudere il rubinetto e ricordarsi che la risorsa-acqua non va data per scontata. Se lo lasciamo aperto, ogni minuto se ne vanno sei litri. Va dunque usata solo quella necessaria: per evitare sprechi si possono usare rubinetti con sensori, oppure quelli con rompigetto aerato che riducono il flusso dell’acqua. Decisamente meglio una doccia rapida di un bagno in vasca: si risparmiano sino a 1.200 litri all’anno, il 75% di consumo in meno. Attenzione poi anche allo sciacquone: quello “intelligente” o con pulsante per una minore erogazione d’acqua permette di arrivare a risparmiare anche 100 litri di acqua al giorno.
… e in cucina
Anche in cucina chiudere sempre i rubinetti e, se possibile, riutilizzare l’acqua di cottura, come quella della pasta o altre preparazioni di cibi: successivamente può essere utile per annaffiare alcune piante, così come per lo stesso scopo può aiutare anche raccogliere l’acqua piovana dai balconi grazie a dei contenitori, oppure usare quella dei pesci nel momento in cui va cambiata. La lavastoviglie, così come la lavatrice, “va sempre fatta a pieno carico” per evitare un consumo inutile di acqua, ricorda Ceola. Anche per lavare la verdura o la frutta si può usare un accorgimento: utilizzare una bacinella per il risciacquo anziché l’acqua corrente (alcuni rubinetti aperti possono anche consumare 12 litri in poco più di un minuto). Infine anche per scongelare alcuni alimenti può valere l’idea di un contenitore o di lasciarli all’aria.
In giardino e in cortile, il caso Bologna
A Bologna è in vigore (fino al 30 settembre) una ordinanza per vietare lo spreco di acqua potabile “per uso non domestico”, con riferimento in particolare all’innaffiamento di orti e giardini. Spesso infatti viene consumata troppa acqua o data in maniera errata alle piante. “Non bisogna innaffiare – spiega Ceola – quando c’è il sole a picco o nelle ore più calde, in modo da evitare l’evaporazione. Meglio sempre anche ridurre il numero di volte in cui si innaffia: solo se necessario, e al mattino presto o alla sera”.
Allo stesso tempo, si può pensare anche a sistemi a goccia o temporizzati per la massima efficienza. In questi mesi di estrema siccità fondamentale è anche rinunciare, laddove possibile, a lavare la propria auto come spesso si fa in cortile o usando acqua della propria utenza. Stesso discorso può valere per chi ha la piscina: o rinunciare a riempirla, oppure per lo meno coprirla con un telo per evitare l’evaporazione.
Occhio a condizionatori d’aria
Nelle attenzioni che si dovrebbero avere per il risparmio idrico, oltre a quella di controllare bene eventuali perdite (che possono ammontare anche a oltre 20mila litri di acqua all’anno per ogni rubinetto) e chiudere l’impianto centrale quando si parte per le vacanze, c’è anche la possibilità di riutilizzare l’acqua dei condizionatori o dei deumidificatori. Se si è in grado di recuperarla quell’acqua può ad esempio essere efficace per stirare, così come per dare una sciacquata ai piatti se serve. Priva di calcare, può persino allungare la vita del ferro da stiro.
Cosa insegnare ai più piccoli
Per preservare il nostro bene più prezioso, secondo Ceola oltre alle piccole attenzioni quotidiane è però “fondamentale insegnare ai bambini, anche a scuola, che l’acqua che esce dal rubinetto non è una risorsa infinita. Nasciamo abituati ad averla sempre, ma in diverse zone del mondo, anche in California recentemente, non è più così: la mancanza d’acqua è un problema economico e ambientale globale. Quella superficiale, come vediamo osservando il Po oggi, sta mancando. Nel sottosuolo non sappiamo esattamente quanta ce n’è. Per cui è bene un cambio di mentalità che coinvolga anche le nuove generazioni: serve una gestione ottimale e attenta della risorsa idrica. E non solo d’estate”.