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Enrique Balbontin e i copioni: “C’è un’etica della comicità, bisogna far ridere con idee proprie”

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«Io ho sempre pensato che questo mestiere si fa inventandosi qualcosa di originale. Che orgoglio c’è ad avere successo copiando gli altri?».Questa intervista non fa ridere. Anche se parla di comici e di comicità e l’intervistato è Enrique Balbontin, da solo e con i Pirati dei Caruggi uno dei comici liguri più celebri e apprezzati in tutta Italia.Però qui si parlerà di etica e dignità del comico e di tecniche della comicità.

Antefatto: pochi giorni fa la notizia del successo di Welcome to Liguria, video nel quale Giulia Eleonora Musso, dopo una serie di brevi video sui social in cui interpreta una rude panettiera, ripercorre in chiave musical ironica il tema dei liguri che non sopportano i turisti, specie i milanesi. Il filone lo hanno inventato, parecchi anni fa, i Pirati dei Caruggi (Alessandro Bianchi, Fabrizio Casalino, Andrea Ceccon ed Enrique Balbontin) e in particolare Casalino dopo un scioccante tentativo- respinto- di pranzare ad ora tarda in un ristorante del ponente savonese. Da allora molti altri comici percorrono la stessa strada.Ma martedì Balbontin “sbrocca” e con un breve video su Facebook accusa chiaramente la collega Musso di aver copiato.

C’è chi dice che lei rosichi per il successo altrui.«Macchè rosicare, sono incazzato come un cinghiale. Inutile trincerarsi dietro finezze legali (Balbontin è un avvocato, ndr). Mi da fastidio come vengono rappresentate idee e filoni che abbiamo inventato noi. Credo crei confusione nel pubblico, perché a furia di estremisti liguri, mugugni genovesi, testimoni di Genova, pesto senz’aglio, c’è una sfilza infinita di persone che fanno lo stesso umorismo».

E non si sa più chi ha iniziato.«Infatti, un paio di anni fa Casalino va a fare un provino per un programma Mediaset, dentro c’è anche un passaggio sui turisti liguri. Alla fine gli dicono che va tutto bene tranne quello, perché il tema lo affronta già Andrea Di Marco (altro cabarettista del filone anti milanese, ndr). Capisci? Lui è arrivato dopo ma tanti non lo sanno. Per altro a Di Marco all’inizio glielo dissi pure che non ero d’accordo sulla sua scelta ma lui replicò che era la risposta a “Ciao Milano”, boh. Per altro Andrea ha lavorato bene, però…».

Però come la Musso siamo davanti a un plagio?«Ma no, è questione diversa per entrambi. Non serve un ufficio brevetti per le battute, ma un ufficio dignità. E’ una questione di etica anche se sembra assurdo che lo dica un comico. Però nel nostro mestiere esistono i cosiddetti meccanismi comici. Per spiegare: io li ho sviscerati e li capisco i meccanismi comici di Ricky Gervais (inglese, uno dei comici più noti al mondo, ndr), potrei anche provare a duplicarli, ma poi che soddisfazione avrei a far ridere con qualcosa che non è mio? Un conto è ispirarsi, un altro fotocopiare».

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La collega Musso la conosceva, vi siete sentiti?«No, ma le auguro di fare i miliardi e anni di successi. Certo, vorrei vederla su un palco a recitare qualcosa di diverso. D’altra parte ho letto una sua intervista in cui racconta che dopo aver tentato senza fortuna altri due personaggi alla fine ha virato sulla ligure che non sopporta i foresti. Però mi sembra triste dal punto di vista creativo. Fosse venuta da noi con un’idea sarebbe stato anche bello lavorare insieme. Certo oggi non c’è più filtro. In teatro o in tv almeno passi delle selezioni. Ma se vai sui social, monti decentemente un video di un minuto e mezzo e ci metti dentro idee di altri, puoi fare il botto. Per fortuna ci sono bravissimi colleghi che hanno successo facendo altro, anche se mantengono la loro liguricità: Maurizio Lastrico, Antonio Ornano, Enzo Paci, Daniele Raco».

Il messaggio è che si può far ridere in tanti modi anche se inventare costa fatica?«Esatto. Io magari entro a gamba tesa, non so fermarmi, però, ripeto, c’è una dignità. Se un designer vede riproposta una sua idea magari si arrabbia pure lui no? E poi la longevità secondo me dipende anche dall’originalità, per questo io e i Pirati cerchiamo sempre nuovi stimoli».Anche per il nuovo spettacolo il 4 agosto al Porto Antico?«Certo, con Scignoria abbiamo provato a inventarci qualcosa di diverso. E questa volta diamo spazio ai turisti… anche se di un tipo particolare».

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