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La cosa più utile da fare nel Giorno della memoria “è far parlare i ragazzi”, dice la sindaca di Firenze Sara Funaro aprendo nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio l’incontro con le scuole fiorentine. “Per non cadere nella retorica bisogna sentire i pensieri, le emozioni e quello che i ragazzi hanno vissuto viaggiando in quei luoghi drammatici”, aggiunge riferendosi agli studenti che hanno visitato i campi di sterminio con un progetto del Comune. “E’ riportando le questioni del passato nell’attualità che si può fare un servizio alle comunità abbattendo intolleranze e qualsiasi forma di antisemitismo e di razzismo. Ed è così che i nostri ragazzi possono essere d’esempio anche per noi adulti”.
Di fronte agli studenti interviene anche l’assessora all’educazione e alla cultura della memoria Benedetta Albanese, che mette in guardia i giovani da quei percorsi della storia che allora- come oggi- possono condurre al male assoluto. “La memoria deve diventare una responsabilità collettiva, qualcosa che anima le nostre azioni quotidiane. Il futuro è in mano ai giovani che devono raccogliere l’importanza della commemorazione, ma devono soprattutto riflettere su quei percorsi di odio e discriminazione che hanno reso possibile l’impossibile”. Sentieri che vanno riconosciuti, stanati e allontanati sempre: “da qui, noi e loro, ci dovremo difendere contro ogni nuova forma di razzismo, odio e discriminazione”.
La sindaca sottolinea anche il segnale di unità mostrato da Anpi, Aned e Comunità ebraica di Firenze “che hanno rappresentato la città nel miglior modo possibile: è stando insieme, anche con le sfumature delle differenze, che si possono dare segnali all’esterno. Bisogna stare insieme soprattutto se si parla di pace e di ricordi degli anni più bui del nostro passato”.
Ricorda l’impegno del campione di ciclismo Gino Bartali il presidente della Toscana Giani: “Bartali ha salvato dall’Olocausto centinaia di persone grazie alle sue staffette, nascondendo documenti nel telaio della bicicletta e ha compiuto imprese sportive che sono diventate leggenda. Sono grato di aver avuto l’onore di conoscere un toscano come lui, per sempre nei nostri cuori”: lo scrive in un post sui social.