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Femminicidi, la proposta di La Russa: “Una manifestazione di soli uomini”

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“Credo che serva indire una manifestazione di soli uomini, per dare un segnale, siamo noi uomini che dobbiamo prendere coscienza”, è la proposta lanciata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, a L’Aria che tira su La7. Secondo l’esponente di FdI, al contrasto ai femminicidi il governo dovrebbe dedicare la “massima energia disponibile”, intanto raddoppiando il numero dei carabinieri dedicati e portandolo a 1.200. Ma sottolinea anche il ruolo importante ricoperto dalle famiglie: “Il rispetto per le donne parte in famiglia, se vedi un figlio che non porta rispetto dico che serve un ceffone”. La Russa si è già dichiarato intenzionato a promuovere l’iniziativa che però “non deve essere pensata come una cosa di parte, o peggio come una cosa che vuole La Russa” e potrebbe iniziare con un flash mob in Parlamento.

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L’approvazione bipartisan

Il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, afferma di essere già pronto a partecipare ma, oltre al sostegno della maggioranza, la proposta ha già raccolto consensi anche tra i partiti di opposizione. La leader di +Europa, Emma Bonino, da sempre sostenitrice dei diritti delle donne, su cui è importante coinvolgere gli uomini: “D’altra parte non siamo mica noi donne ad andare in giro con la sega elettrica per ammazzare qualcuno – e conclude – Si convincessero i padri a parlare con i figli, a scendere assieme in piazza, questo sarebbe davvero un bel segnale”.

La capogruppo di Alleanza verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, incalza il presidente del Senato: “Dice che vuole una manifestazione? Bene, ma adesso la deve fare davvero”.

La manifestazione sì, il ceffone no

Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5S al Senato e coordinatrice del comitato politiche di genere e diritti civili del movimento lancia, concorda con lo spirito dietro alla manifestazione: “La violenza sulle donne la subiscono le donne ma è un problema degli uomini. Sono gli uomini che devono mettersi in discussione, tutti, non solo quelli violenti, ma tutti quando assecondano o lasciano andare su comportamenti e linguaggi che denigrano, sviliscono o oggettificano le donne”. Inoltre, rilancia suggerendo di introdurre nelle scuole percorsi di “educazione emotiva e sessuale”, che costituisce “l’investimento da fare per un futuro senza violenza contro le donne”. Meglio evitare però il ricorso al “ceffone”.

Sono di simile orientamento anche le esponenti dem Laura Boldrini e Valeria Valente. L’ex presidente della Camera ribadisce l’opportunità di “sradicare la mentalità patriarcale che è alla base di questi comportamenti violenti” ma fa notare che “non si educano i ragazzi attraverso i ceffoni ma facendo capire che deve esserci rispetto alla base delle relazioni”. Infine, non manca di pungere La Russa “se è contro la misoginia deve essere coerente. Lo ricordiamo esultare in aula al Senato quando venne affondato il ddl Zan che era anche contro la misoginia oltre che contro la omotransfobia”.

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