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Femminicidi, Nordio: “Da alcune etnie sensibilità diverse sulle donne”. Pd: “Parole inaccettabili”

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“È illusorio che l’intervento penale, che già esiste e deve essere mantenuto per affermare l’autorità dello Stato, possa risolvere la situazione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio a Salerno commentando gli ultimi femminicidi. “Purtroppo – ha aggiunto – il legislatore e la magistratura possono arrivare entro certi limiti a reprimere questi fatti, che si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica ma anche di rispetto verso le persone, soprattutto per quanto riguarda giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne”.

“Abbiamo fatto il possibile sia come attività preventiva per incentivare il codice rosso e accelerare i termini sia nell’aspetto repressivo – ha spiegato a margine di una iniziativa organizzata dalla Camera penale – abbiamo addirittura introdotto il reato di femminicidio che ci è costata anche qualche critica”.

Per Nordio “è questione di educazione” e serve “un’attività a 360 gradi, educativa soprattutto nell’ambito delle famiglie dove si forma il software del bambino”.

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A Nordio replica il Pd, attraverso la capogruppo alla Camera, Chiara Braga: “Le parole di Nordio, secondo il quale alcune etnie hanno sensibilità diverse sulle donne, sono inaccettabili. Purtroppo la maggior parte dei femminicidi viene commesso in casa da uomini che odiano le donne dicendo di amarle. Quello di Nordio è un razzismo strisciante che emerge in tutto il suo fulgore, fuori luogo e fuori tempo: a quando il manifesto della razza? Sarebbe gravissimo se la Premier Meloni non prendesse le distanze da tali affermazioni”.

Critica con il ministro della Giustizia anche Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza: “Abbiamo tutte letto le dichiarazioni del ministro Nordio, che per noi sono difficili da condividere. Siamo davvero stanche di dichiarazioni inutili a femminicidio avvenuto: quello che serve è un vero e attuabile piano di prevenzione che lavori sulla società tutta, la scuola, rinforzando i centri antiviolenza. Affermazioni sulla famiglia di origine del bambino non sono quello che pensiamo possa servire al cambiamento. Per quanto riguarda il ddl Femminicidi, il ministro Nordio ce ne vuole spiegare l’utilità per le donne che sono state uccise dopo la sua entrata in vigore? Basta, davvero. Serve altro e i centri antiviolenza si sono da sempre messi a disposizione per lavorare insieme al cambiamento”.

 

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