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CODRIPO (UDINE) – Lei rientra a casa dopo una serata con un’amica, scoppia una lite con il marito e lui la accoltella a morte, mentre le loro due figlie dormono nella propria cameretta. E’ la tragica dinamica dell’omicidio di una donna di 40 anni, Elisabetta Molaro, per mano dell’uomo, Paolo Castellani, 44 anni, con cui erano in corso le pratiche per la separazione. L’uomo è stato rintracciato dai carabinieri, ore dopo l’omicidio della moglie, a distanza di 4 chilometri dall’abitazione, seminudo e in stato confusionale. Alle mani presentava lievi lesioni. Poi ha confessato di aver ucciso la donna.
Elisabetta Molaro è stata uccisa con decine di coltellate al collo e al torace. Subito dopo l’uomo si è allontanato su un’auto che i carabinieri hanno rintracciato nei pressi del fiume Stella. Proprio nel fiume, grazie anche ai vigili del fuoco, è stata trovata la probabile arma del delitto: un coltello da cucina di 27 centimetri.
La sera dell’omicidio la vittima, agente assicurativo, era uscita con un’amica, rientrando piuttosto tardi. Ne è scaturita una discussione al culmine della quale l’uomo – commesso in un negozio – ha afferrato il coltello e ha sferrato i colpi.
“Alla presenza dell’avvocato difensore – fa sapere la Procura di Udine – l’uomo è stato sottoposto a interrogatorio e ha ammesso la propria responsabilità e ricostruito in maniera dettagliata i momenti precedenti e successivi all’evento delittuoso”.
Al termine delle formalità di rito, Castellani è stato portato nella casa circondariale di Belluno. Nei prossimi giorni la procura della Repubblica di Udine avvierà l’iter per la richiesta di convalida del provvedimento restrittivo.
Il femminicidio, l’ennesimo tra quelli registrati dall’inizio dell’anno a Nord-Est, si è verificato nella notte tra martedì 14 giugno e mercoledì 15, a Codroipo, in provincia di Udine.
Sarebbe stato lo stesso uomo, dopo il delitto, a chiamare il 112 e scappare poi dall’abitazione, una villetta di via delle Acacie, correndo nel buio attraverso i campi e lanciando il coltello in un corso d’acqua.
E’ lì, vicino al complesso di Villa Manin, che, poco dopo le 2, i carabinieri della Compagnia di Udine guidati dal maggiore Romolo Mastrolia lo hanno trovato e fermato, con gli abiti ancora sporchi di sangue. Accompagnato dapprima in ospedale, per lo stato confusionale in cui si trovava, l’indagato è stato trasferito poi nella cella di sicurezza del Comando provinciale dei carabinieri. In mattinata è stata rinvenuta l’arma adoperata per colpire la donna.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Claudia Finocchiaro. Le figlie della coppia sono state affidate ai nonni.