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BOLOGNA – È stato convalidato l’arresto in carcere di Amrallah Mostafa Mahjoub Mosta, 42 anni, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie dalla quale si stava separando, Anastasiia Alashri, 23 anni. L’interrogatorio si è svolto in carcere a Bologna. Davanti al giudice per le indagini preliminari, l’indagato ha fatto parziali ammissioni sul litigio avvenuto con la moglie. Ha detto di ricordare la lite, poi più nulla.
La coppia era arrivata a Fano a marzo da Kiev. Ma per lei, cameriera in un ristorante, la guerra non era finita. Venerdì scorso era andata dai carabinieri a denunciare il marito per maltrattamenti. Dopo la denuncia è scattato il codice rosso: sono partite le indagini e Anastasiia si è trasferita, sempre a Fano, nell’abitazione di un amico e collega.
Domenica la 23enne ha lasciato il figlio al collega che aveva deciso di ospitarla. È tornata a casa perché aveva bisogno di fare una valigia, di prendere il necessario per sé e per il bambino. Forse si fidava ancora di lui, forse non poteva immaginare. Per gli investigatori è verosimile che l’ultima lite sia avvenuta tra quelle mura. Che lui l’abbia ferita a morte, con un coltello o con un taglierino, che l’abbia infilata in una valigia. A quel punto l’uomo, con doppia cittadinanza egiziana e ucraina, avrebbe cercato di depistare. In tre punti diversi della città, si è sbarazzato della valigia, delle armi da taglio e del cellulare di lei. Poi ha tentato la fuga cercando di prendere un treno a Bologna, dove è stato fermato. Arresto convalidato.