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Prima di chiamare il padre e trincerarsi dietro l’ennesima bugia, parlando di un malore della moglie che aveva massacrato a mani nude, Massimo Malavolta ha aspettato più di sette ore. È questo il primo dato emerso dagli accertamenti medico legali preliminari sul corpo di Emanuela Massicci, la quarantacinquenne ammazzata a botte dal marito nella notte fra il 18 e il 19 dicembre a Ripaberarda, nei pressi di Ascoli Piceno.
Per l’uomo, che dopo ha tentato di togliersi la vita e è ancora ricoverato in ospedale, è arrivata la convalida dell’arresto. Secondo il giudice per le indagini preliminari Annalisa Giusti, ci sono tutti gli elementi perché Malavolta, non appena i medici daranno il via libera, vada in carcere. Lui non era in aula, le sue condizioni non lo permettono. Dopo aver picchiato la moglie fino a ucciderla, Malavolta ha tentato di togliersi la vita tagliandosi i polsi e ha perso molto sangue. Non è in pericolo di vita, ma deve rimanere ancora ricoverato.
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In aula, la sua legale Saveria Tarquini ha cercato di far pesare una perizia psichiatrica redatta in passato, quando l’uomo è stato processato (e condannato) per stalking nei confronti di un’altra donna, una collega di lavoro.
“Ho chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari in struttura idonea in cui venga garantito il suo stato di salute. Adesso aspettiamo che il gip emetta l’ordinanza”, ha spiegato l’avvocata. “Non ho avuto modo di parlare con l’arrestato: ieri è stato estubato, era ancora sedato e in dormiveglia,. Non so se si renda conto di quello che è successo e dei provvedimenti notificati”.
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I primi accertamenti medico-legali non lasciano spazio a dubbi: Emanuela Massicci è morta per i colpi ricevuti. Adesso toccherà all’autopsia, eseguita in giornata dai medici legali Francesco Brandimarti e Sabina Canestrari, ricostruire la dinamica dell’aggressione e accertare con precisione la causa di morte.