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“Ferragosto d’inferno”, disordini nel carcere di Torino: 8 agenti feriti e un tentativo di evasione

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Prima è successo al terzo piano del padiglione B, dove una decina di detenuti si sono azzuffati tra loro, rifiutandosi si rientrare nelle proprie celle. Poi la protesta è passata al terzo piano del padiglione C, una delle aree più fatiscenti della struttura, dove i detenuti, quasi tutti alticci, si sono barricati nelle sezioni detentive, rifiutandosi di rientrare in cella e danneggiando la struttura. Hanno rotto tutti i neon della dodicesima sezione, messo fuori uso il sistema di videosorveglianza e danneggiato suppellettili.

Uno di loro ha dato anche in escandescenza, chiedendo di essere trasferito in un altro istituto penitenziario.

Lo stesso copione, denuncia l’organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria Osapp, si è poi ripetuto al primo piano del C, mentre al secondo alcuni detenuti provocavano roghi bruciando materassi e oggetti e cospargevano di olio il pavimento per non far entrare gli agenti. Il bilancio è di un agente, due assistenti, due vice sovrintendenti e l’ispettore di sorveglianza generale aggrediti e feriti, con due agenti rimasti intossicati dai roghi della nottata. Accompagnati al Cto di Torino, gli agenti sono stati dimessi con prognosi dai 7 ai 15 giorni.

Sempre ieri, un ristretto del padiglione C ha scavalcato il muro del cortile di passeggio e si è accovacciato sotto la settima garitta, per i sindacati “nel probabile tentativo di evadere”.

Per gestire le rivolte di quello che l’Osapp chiama “Ferragosto di fuoco”, con il pericoloso meccanismo di espansione della protesta da una sezione all’altra, sono stati richiamati gli agenti liberi dal servizio ed è stato fatto arrivare personale da altri istituti penitenziari.

“Dall’inizio dell’anno siamo a 40 aggressioni e 50 agenti feriti – commenta il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci – Come abbiamo più volte denunciato, il carcere di Torino è in assoluta anarchia e autogestione. I detenuti si sono appropriati del territorio della legalità dello stato. Una situazione che il personale definisce vomitevole, oltre che inquietante”.

Di fronte alle ultime proteste e aggressioni, il sindacato, che critica anche “l’inerzia del dipartimento di amministrazione penitenziaria” torna a invocare i rinforzi e l’aiuto dell’esercito – “Chiediamo al signor prefetto di disporre l’impiego immediato di altre forze quali l’esercito”, continua Beneduci – e fa appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio per una immediata ispezione: “Assumendo seri, urgenti e concreti provvedimenti nei confronti dei responsabile di questo disastro”.

Per fronteggiare la situazione è stato richiamato il personale libero dal servizio e sono stati fatti confluire agenti anche da altri istituti penitenziari piemontesi.

 

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