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Perché non ne puoi più di mestruazioni-fiume e del mal di pancia. O perché cerchi un bambino. Sono alcune delle ragioni per volersi liberare dei fibromi uterini, tumori benigni dell’utero diffusi anche tra le giovani donne: l’età media della diagnosi è, infatti, 34 anni quando, fino a ieri, “spuntavano” dopo la menopausa. I motivi? Non si conoscono, anche se ai fattori di rischio (familiarità, sovrappeso) qualcuno aggiunge gli xenoestrogeni, inquinanti che si comportano come ormoni facilitando la crescita del tessuto uterino.
Oggi, però, esistono soluzioni efficaci per far regredire i fibromi uterini. E non devi per forza asportare l’utero, come si faceva un tempo. La buona notizia è che, infatti, solo il 50% dei fibromi è da togliere: alcuni possono starsene tranquilli per anni senza dare fastidio, e permettere una gravidanza. Ecco, caso per caso, la scelta migliore, anche nel campo delle cure dolci
Se i fibromi sono numerosi e molto piccoli, frena la crescita con l’omeopatia
Tanti piccoli fibromi che danno perdite abbondanti o a spot, cioè tra un ciclo e l’altro.
Sintomi: se sono pochi e sotto i due centimetri, puoi non avvertirne la presenza e riscontrarli casualmente, nel corso di un’ecografia transvaginale. Invece, se superano i due centimetri di diametro e sono numerosi, possono darti mestruazioni abbondanti e piccole perdite di sangue (spotting) tra un ciclo e l’altro.
Soluzione: «Il rimedio più indicato in caso di fibromatosi è Aurum muriaticum natronatum 5CH, 5 granuli tutti i giorni per almeno tre mesi», consiglia il dottor Giancarlo Balzano, ginecologo omeopata. «Va associato al gemmoderivato di mirtillo rosso: Vaccinium vitis-idaea MG1DH, 40 gocce al giorno». Inoltre, poiché all’origine dei fibromi c’è sempre uno sbilanciamento ormonale a favore degli estrogeni, dovrai assumere Follicolinum 30CH 5 granuli al giorno, tre volte al mese, dall’8° al 10° giorno del ciclo.
Risultati: tre mesi dopo l’assunzione del cocktail omeopatico, l’ecografia dice se c’è stato un miglioramento. «In genere il riscontro è positivo: l’utero appare più omogeneo e con una “grana” meno irregolare. Ma quel che conta è che la donna riferisce una netta riduzione dei sintomi (assenza di perdite intermestruali e flussi meno abbondanti). E può affrontare una gravidanza serenamente», conclude il dottor Balzano.
Il consiglio in più: se vuoi controllare i fibromi e prevenire altre patologie da accrescimento (polipi, verruche, condilomi) dovrai prendere per mesi anche un “rimedio di fondo”, studiato sulle tue caratteristiche psicofisiche. Come Tuja, se hai la parte superiore del corpo molto più sviluppata, o Ferrum phosphoricum se sei magra e ti stanchi facilmente.
Se i fibromi sono anteriori e medi (da 4 a 6 centimetri), eliminali con gli ultrasuoni
Questa tecnica non è un intervento con degenza, anestesia e cicatrici. Ma solo un “bombardamento mirato” dall’esterno, cioè dall’addome.
Sintomi: quando i fibromi crescono la loro presenza comincia a farsi sentire. E così, ogni mese, vivi le mestruazioni come un incubo: senso di pesantezza, crampi e dolori al basso ventre, per la congestione dell’utero, e flussi abbondanti che ti lasciano spossata. Anche perché, spesso, si prolungano ben oltre tre-quattro giorni, la durata media delle mestruazioni.
Soluzione: se i tuoi fibromi si trovano nella parte anteriore dell’utero (e solo in questo caso) puoi scegliere con fiducia la tecnica di “radiologia interventistica” , approvata nel 2008 dalla Food and Drug Administration, l’ente americano per la sicurezza dei farmaci e delle pratiche mediche. Prevede la stretta collaborazione, durante l’operazione, tra ginecologo e radiologo. «La donna è sdraiata a pancia in giù dentro l’apparecchio della risonanza magnetica, che consente di visualizzare bene i fibromi», dice Cristiana Ticca, radiologo responsabile del Centro Ultrasuoni Focalizzati dell’Ospedale Niguarda di Milano. «Il fascio di ultrasuoni viene indirizzato con precisione millimetrica contro i fibromi-bersaglio e l’energia prodotta finisce col “bruciarli”. Non serve l’anestesia ma è consigliabile somministrare alla paziente un sedativo per bocca, anche perché la procedura può durare anche tre ore». L’unico fastidio che avverti è la sensazione di fitte e crampetti simili a quelli di una mestruazione un po’ più forte del solito. In compenso, la pelle non ne risente: gli ultrasuoni la “bypassano” senza lasciare segni.
Risultati: i fibromi colpiti dal fascio di onde ultrasoniche si riducono del 50 per cento nei primi sei mesi, e ulteriormente nei mesi successivi in base alla loro grandezza iniziale (i più piccoli, sotto i 4 centimetri, possono scomparire). E anche quelli che restano diventano, via via, meno ingombranti. Dopo 6 mesi si fa un nuovo controllo con risonanza magnetica e si vede se si può cercare una gravidanza, qualora la donna lo desideri. Va però ricordato che il successo di questa tecnica dipende dall’accurata selezione del caso: posizione anteriore dei fibromi e nessuna ansa intestinale frapposta tra loro e la fonte di ultrasuoni.
Il consiglio in più: l’alternativa agli ultrasuoni è l’embolizzazione, che non richiede anestesia ma un giorno di degenza. Nell’arteria che alimenta il fibroma vengono inserite delle particelle di materiale plastico biocompatibile che bloccano l’afflusso sanguigno. Non più “nutrito” dal sangue, il fibroma finisce in necrosi (muore) e si riduce sempre più. I contro? L’area necrotica che si viene a creare ostacola l’espansione dell’utero in gravidanza. Il metodo non è perciò indicato per chi vuole avere figli.
Se i fibromi sono oltre i 6 centimetri, punta sulla chirurgia
Oggi le tecniche sono molto conservative e dopo è possibile cercare un bambino.
Sintomi: quando i fibromi sono molto grossi sono singoli e danno sintomi inequivocabili; senso di pesantezza e di compressione al basso ventre, mal di schiena lombare, frequente stimolo a urinare, stitichezza e disturbi alla defecazione, nonché flussi mestruali abbondanti, lunghi e dolorosi.
Soluzione: da diversi anni i fibromi che non superano 6-7 centimetri vengono asportati grazie alla tecnica laparoscopica. In anestesia generale, attraverso quattro piccoli “forellini” nell’ombelico e nella parte bassa dell’addome, vengono introdotti degli strumenti chirurgici miniaturizzati. Grazie a una sonda ottica e a una microtelecamera, il chirurgo riprende l’utero e “pilota” l’intervento dal monitor. Le cicatrici sono praticamente invisibili e la donna viene dimessa in un paio di giorni. Per fibromi ancora più grandi (o localizzati in una “brutta posizione” ) si deve ricorrere ancora alla vecchia laparotomia, che prevede un’incisione sovrapubica simile al cesareo e un decorso post-operatorio un po’ più lungo.
Risultati: anche se l’intervento chirurgico è una scelta radicale, l’asportazione dei fibromi ha diversi vantaggi. Non solo perché scompaiono i sintomi, ma perché puoi tentare di restare incinta sei mesi dopo l’intervento.
Il consiglio in più: se, per colpa del fibroma, le tue mestruazioni rasentano l’emorragia, prima di pensare all’intervento controlla che tu non sia diventata anemica. Come? Fatti prescrivere dal medico gli esami del sangue con emocromo completo e sideremia. Se i tuoi valori sono bassi, subito integratori a base di ferro!
Blocca i fibromi con lo yoga
«La ginnastica e la dieta possono fare molto, quando i fibromi uterini sono a uno stadio iniziale», consiglia la naturopata Simona Oberhammer. «Per la medicina naturale, infatti, la crescita incontrollata dei fibromi dipende da un blocco di energia a livello del bacino che si può “sciogliere” con esercizi mirati».
Fai tutti i giorni, per 10 minuti, l’esercizio dell’onda (o “del gatto”, nello yoga). Carponi, fai la gobba, testa verso il basso. Resta cinque secondi in questa posizione e poi porta la testa in alto, inarcando il busto. Segui un movimento ritmico.
A tavola, invece, “affama” i fibromi con una dieta povera di latticini e di carne: sono infatti questi i cibi che stimolano la sintesi di estrogeni, responsabili del loro accrescimento.
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Tag: fibroma uterino, fibromi.